Mezzo secolo di Jacques Villeneuve: prodezze e vaccate di quand’era un pilota di Formula 1
venerdì 9 aprile 2021 · Amarcord
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È uno di quei personaggi che ogni testata cerca almeno una volta nella vita per un’intervista, perché fra una chiacchiera e l’altra ti caccia sempre quella dichiarazione irriverente che fa schizzare le vendite e il numero dei click. Ma Jacques Villeneuve – che oggi compie il mezzo secolo – una volta è stato un pilota. Capace di prodezze brillanti e vaccate clamorose.
Melbourne 1996. Al debutto in Formula 1, fa subito la pole position sulla Williams. Ma in gara patisce una perdita d’olio e arriva secondo, dietro Hill.
Nurburgring 1996. Vince la prima corsa della carriera, a 15 anni dall’ultima del papà. Patrick Head via radio gli augura: “La prima di molte”. In realtà ne arrivano solo altre dieci, prima della decadenza.
Estoril 1996. Con un gioco di prestigio spericolato, passa Schumacher all’esterno della parabolica nel doppiaggio di Lavaggi: “Avevo detto che quella manovra si poteva fare, la squadra non si fidava”.
Suzuka 1996. Perde la ruota posteriore destra che vola oltre la prima rete e rischia di finire in tribuna, per un guasto che il team non spiega mai. E che consegna il mondiale a Hill.
Jerez 1997. Vince il suo unico mondiale, si prende una sportellata dalla Ferrari di Schumacher che vuole metterlo ko. Poi lascia vincere le McLaren perché non gli serve forzare. E forse là restituisce un favore.
Montreal 1999. Lui, Hill e Schumacher sbattono in successione, a distanza di pochi giri uno dall’altro, all’ultima chicane contro quello che diventa per sempre il muretto dei campioni.
Spa 1999. Si schianta all’Eau Rouge in qualifica, lo stesso incidente lo patisce Zonta sull’altra Bar. È il risultato di una disfida privata nel box: entrare in pieno nella curva più veloce del mondiale per vedere chi ha più pelo sullo stomaco: “È come essere un pugile che le dà e le prende”.
Hockenheim 2001. La corsa è un bagno turco, i ritiri arrivano uno dietro l’altro. Lui senza infamia e senza lode porta la Bar a podio.
Hockenheim 2006. Esce di pista con la Bmw, la squadra lo allontana in favore di Kubica: è sempre stato un peso dopo che la Sauber ha ceduto la dirigenza ai tedeschi.
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