Sakhir, dove finisce la pista e inizia la furbizia: quella linea che avevano capito tutti… meno uno
martedì 30 marzo 2021 · Regolamenti
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L’idea per l’anno prossimo è un nuovo cordolo oltre la curva 4 al circuito di Sakhir, che automaticamente funzioni come un dissuasore. Su quel cordolo intanto s’è giocata la partita al Gran Premio del Bahrain. E s’è detto e scritto parecchio, anche a sproposito.
Per esempio: Hamilton via radio s’è lagnato che la Fia avesse cambiato interpretazione nel corso della gara in merito al rispetto dei confini del circuito, tesi che una parte della stampa caciarona ha sposato passivamente e malignamente, anche per dire un’altra volta merda di Emanuele Pirro che ingiustamente s’era preso certe randellate già dopo la retrocessione di Vettel a Montreal nel 2019 e tornava nella stanza dei bottoni a Sakhir.
La Fia nelle note del weekend scriveva che in qualifica ogni sconfinamento avrebbe comportato la cancellazione dei tempi. Così è stato. E scriveva pure che non era previsto nessun monitoraggio dei cordoli in gara. Che non significa liberi tutti, perché c’è sempre l’articolo 27.3 del codice sportivo che vieta di prendere vantaggio fuori pista.
Masi rivela che domenica c’erano due delegati a tenere sotto controllo la curva, giro per giro. È successo che Hamilton per guadagnare terreno su Verstappen ha cominciato ad abusare della tolleranza dei commissari, di qui l’ammonizione e quel messaggio del muretto della Mercedes al pilota:
We are getting the messages from race control so you will get a black-and-white flag next time, then five seconds.
Secondo Wolff e Horner, ma veramente secondo tutti, un regolamento deve essere bianco o nero, senza zone grigie e senza interpretazioni. Altrimenti la Formula 1 diventa “un libro di Shakespeare”, dice Wolff.
Già, ma la Fia la sua linea disciplinare per domenica l’aveva illustrata punto su punto nel briefing e l’avevano capita tutti: c’era solo un’auto che violava ripetutamente e deliberatamente il cordolo alla curva 4. E l’ha fatto 29 volte.