Favole di Natale: il riscatto di Sergio Perez e il fallimento della caserma di Helmut Marko
sabato 19 dicembre 2020 · Mercato
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C’era una volta un ragazzo messicano di belle speranze che per varie ragioni finisce sempre per trovarsi sul carro sbagliato al momento sbagliato. Per dire: ha un passato all’Accademia della Ferrari, l’abbandona per la McLaren che gli dà il posto di Hamilton nel 2013, tempo un anno e lo tromba.
Lui sbrocca. Ma è protetto da Carlos Slim, per cui un posto nel paddock finisce comunque per rimediarlo. E così entra in Force India, con un proclama agguerrito: “Contare su una macchina forte e dimostrare ai top team che posso essere l’uomo giusto”. Invece il tempo passa e i top team non se lo filano.
Quella squadra nel frattempo cambia padrone e diventa Racing Point perché il protagonista di questa storia, attraverso i suoi creditori, mette le basi legali per la scalata della famiglia Stroll. Che per riconoscenza lo sbatte fuori quando diventa Aston Martin e trova Vettel sul mercato.
E siamo all’attualità: questo ragazzo che si chiama Sergio Perez e intanto ha compiuto 30 anni, il 6 dicembre a Sakhir conquista la sua prima vittoria, si riscatta dopo 190 corse, quando il paddock apparentemente l’ha già escluso.
Questa storia di Natale adesso s’intreccia con le ripercussioni devastanti del militarismo spietato di Helmut Marko che nella caserma della Red Bull fa a pezzi autostima e talento.
Albon non è produttivo e va sostituito, Gasly e Kvyat la Red Bull già l’hanno guidata, crollando. Marko vuole giocarsi Tsunoda, ma il rischio di bruciarlo è altissimo. E allora il colosso dell’energy drink per la prima volta deve pescare fuori dal kindergarten, offre la chance della vita a Perez e lo mette accanto a Verstappen. Morale della favola: chi la dura la vince, ogni tanto. E chi rompe paga.