Astuzia, cattiveria e soprattutto velocità pura: le vittorie più belle di Hamilton in Formula 1
martedì 13 ottobre 2020 · Amarcord
tempo di lettura: 3 minuti
È un treno che travolge avversari e record, Hamilton al Nurburgring raggiunge il primato che dal 2001 e per quasi vent’anni è stato di Schumacher: “Mai ci avrei scommesso”, dice. Ha vinto d’astuzia talvolta, di cattiveria altrove, quasi sempre di velocità pura. Poi nelle statistiche ogni vittoria vale quanto un’altra, ma nella storia certe pagine sono più pregne e più pesanti. Queste.
Fuji 2007. Sotto il diluvio, vola verso la vittoria e segna un punto che apparentemente è decisivo nel mondiale, mentre Alonso si schianta alla R100 e Vettel tampona Webber dietro la safety car.
Monte Carlo 2008. Sbatte alla curva del tabaccaio e rompe una ruota, la sosta anticipata gli offre l’occasione per cambiare la strategia e scavare il vantaggio decisivo mentre la pista si asciuga: “Magari vincerò altre volte, anzi conto di farlo. Ma questa la ricorderò per sempre. Perché questo è il circuito dei circuiti. Perché se Ayrton qui è arrivato primo tante volte, vuol dire che per essere il migliore è qui che bisogna vincere”.
Silverstone 2008. Vince e convince, mette a segno la prima di sei affermazioni nella classica d’Inghilterra, nel giorno in cui il meteo è la variabile impazzita… e Massa chiude ultimo con due giri di ritardo e quattro testacoda.
Hockenheim 2008. La McLaren a metà corsa lo lascia in pista dietro alla safety car mentre gli altri fanno il pieno, lui alla ripartenza guadagna subito 16 secondi su Massa in dieci giri, si ferma ai box e rientra quarto, quindi passa Kovalainen, Massa e Piquet. Torna al comando e amministra.
Sakhir 2014. Resiste con le gomme dure a Rosberg che fa l’ultimo stint sulle morbide, tra loro resta appena un secondo sotto la bandiera a scacchi dopo una lunga serie di incontri ravvicinati.
Spielberg 2016. All’ultimo giro acchiappa Rosberg in testa, attacca alla curva Remus, all’esterno. C’è il contatto, la Mercedes rischia il doppio ritiro di Barcellona: Rosberg ci rimette l’ala e scende al quarto posto, la responsabilità secondo i commissari è sua. Mentre Hamilton continua e vince.
Budapest 2019. Si porta negli scarichi di Verstappen, ma non trova il varco per il fendente, allora il muretto della Mercedes decide per un cambio gomme estremo. Hamilton recupera 20 secondi in 17 giri e mette a segno il sorpasso.
Silverstone 2020. Buca l’anteriore sinistra all’ultimo giro, comunque porta l’auto al traguardo e vince una prova d’intelligenza: “Acceleravo solo quando calavano i giri del motore, ho guidato a velocità costante per non stallonare la gomma”.