La grande guerra
martedì 31 marzo 2020 · Fuori tema
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L’opinione del vecchio Ecclestone: “Io questo campionato lo cancellerei tutto”. Carey e Liberty ottimisticamente contano di fare minimo 15 corse, Melbourne e Monte Carlo già annunciano che a loro il recupero non interessa.
È ferma almeno fino a giugno la Formula 1, dopo che ha “scherzato con il fuoco”, parole di Ricciardo, prima della ritirata a due ore dalle libere di Melbourne.
È un’emergenza mondiale e ognuno fa quanto può. La Ferrari per esempio: supporta Siare Engineering nella produzione di ventilatori polmonari, in più offre un’ambulanza con camera di biocontenimento al 118 di Modena. Sempre in Emilia, lo staff di Dallara attraverso stampa 3D realizza valvole per supportare Isinnova nella trasformazione delle maschere da sub di Decathlon in respiratori.
Più vicine all’epicentro italiano del contagio, Brembo dona un milione di euro alla ricerca clinica e farmacologica, Pirelli compra 65 respiratori per la Lombardia.
Corrono contro il coronavirus anche le squadre con base in Inghilterra, in risposta a una call del governo britannico: Mercedes, Red Bull, McLaren, Williams, Racing Point, Haas e Renault attraverso Project Pitlane si muovono su tre linee parallele, riconversione di apparecchi medici già esistenti, produzione su larga scala di ventilatori polmonari convenzionali e progettazione di nuovi ventilatori con dovuta certificazione.
Di ventilatori, il governo inglese ne ha commissionati già diecimila, praticamente il doppio di quanti ne dispone attualmente il servizio sanitario nazionale. Il che conferma la paura di un effetto devastante, le stime dicono che ne servono almeno altri ventimila.
E in questo contesto la Mercedes un traguardo l’ha già raggiunto, con University College London e University College London Hospitals ha messo a punto un dispositivo di pressione positiva continua delle vie aeree.
Andy Cowell, di Mercedes appunto, che di solito parla di strategie di gara, resa dei pneumatici e prestazioni del motore, rimarca un fatto chiave: “La comunità della Formula 1 ha mostrato un’adesione impressionante”. Per vincere questa sfida senza precedenti in epoca moderna, una guerra più importante di qualsiasi Gran Premio.