Montecarlo, che qualifiche! La cronaca di una sessione convulsa ad alta tensione
sabato 28 maggio 2016 · Gran Premi
tempo di lettura: 2 minuti
Una qualifica caldissima sulla pista dove la pole position normalmente conta più che altrove. E dove la Ferrari sulla carta aveva una chance per andare davanti e invece finisce un’altra volta dietro perché esattamente com’era stato a Barcellona crolla nel momento clou, va in crisi di prestazione nell’ultimo segmento di qualifica dopo che Vettel in Q2 e nelle libere aveva fissato il miglior tempo.
È scuro in volto, Seb: “La macchina continuava a slittare, mi sono sentito a disagio, non mi sono neanche avvicinato minimamente a sentirmi a mio agio com’ero stamattina”. Raikkonen invece la sua corsa alla pole è come se non l’avesse cominciata nemmeno, con quella zavorra di cinque posizioni di retrocessione per la sostituzione del cambio.
Ma sono altri mille gli episodi chiave del sabato, il primo in ordine cronologico l’incidente di Verstappen alla chicane delle piscine. Nuova per posizione del cordolo, “deludente, meno impegnativa”, l’aveva battezzata Ricciardo. Ma Grosjean evidentemente ci aveva visto giusto: “Non è detto che sia più semplice perché con la nuova traiettoria adesso sei più invogliato a spingere“.
E tant’è. Osa troppo il principino della Red Bull, prende il guardrail interno, spacca il braccetto della sospensione e si stampa sulle barriere: “Troppo ottimista sono stato”. From hero to zero, come dicono in America. La cappellata l’aveva fatta anche nelle libere, troppo veloce prima del Casinò. Gli era andata meglio.
Si sviluppa nel frattempo il confronto diretto tra gli uomini della Mercedes. Ed è confronto serrato. A posteriori invece la sensazione è quella dell’ennesima battaglia smorzata per via del contrattempo tecnico. Hamilton in uscita dai box all’inizio del Q3 si defila quando sente che la centralina taglia la potenza del motore: “Un tuffo al cuore, credevo di non riuscire a fare le qualifiche”.
Invece i meccanici corrono a prenderlo, lo riportano dentro, risistemano la macchina e lo rilanciano in pista. Surriscaldamento della benzina, spiega Lauda. E svela: “Stava succedendo anche con Rosberg”. Il motore comunque è strozzato, Hamilton fa quello che può e lo fa alla grandissima, strappa un terzo posto con le unghie e con i denti, si mette a un decimo e mezzo da Rosberg, 6 davanti a Vettel. Mentre rimbomba sul lungomare il ruggito di Ricciardo.