La falsa partenza e l’incidente. Ma non solo. Così la Ferrari ha lasciato (anche) Suzuka alla Mercedes
domenica 13 ottobre 2019 · Gran Premi
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È una pista che alla Ferrari in oltre trenta edizioni di gare ha più tolto che dato. E il 2019 arricchisce una corona che già conta tante spine.
Comincia con la doppietta della qualifica, mentre in Italia è notte fonda, la domenica lunghissima di Suzuka dopo la cancellazione del sabato per allerta meteo. Vettel fa la pole davanti a Leclerc, ma la rossa dalle risultanze delle prove libere di venerdì sa che il passo gara migliore ce l’hanno quelli della Mercedes. Per cui la partenza è fondamentale per giocarsi qualche carta. O per non farle giocare agli altri.
E invece proprio alla partenza il Gran Premio della rossa si pasticcia: sulla griglia Vettel si fa scappare la frizione, Leclerc è lento, insomma Bottas dopo duecento metri è già in testa. Dice Vettel:
I had a poor start, I was a bit early with the clutch initially then clutched in again and lost a bit of momentum. Usually our starts are very good but not this time.
Non solo: tempo di arrivare alla prima curva e Leclerc si tocca con Verstappen, rompe una bandella dell’ala anteriore e deve fare un pit stop. Tardivo comunque, tant’è che prima di entrare ai box lo specchietto retrovisore sinistro si smantella per via dei danni: Leclerc prima lo sorregge facendosi come un funambolo la R130 in pieno con una mano sola, dopodiché lo perde definitivamente insieme con altri pezzi di carrozzeria che volano addosso a Hamilton e sfasciano uno specchietto pure a lui.
Motivo per cui la Fia a motori spenti decide per una sanzione di 10 secondi di retrocessione, più altri 5 per responsabilità nell’incidente con Verstappen e 25 mila dollari di multa. Alla squadra, chiaramente.
Perché certe responsabilità sono soprattutto del muretto. Che sulle strategie manco è tanto lucido: al giro 46, quando ne mancano 7 alla fine e quando su Leclerc ancora pende l’inchiesta, la Ferrari decide per fargli un cambio gomme inutile e sacrifica un buon cuscinetto di vantaggio su Ricciardo per cercare il giro veloce che invece non arriva perché la rossa non ha ritmo. Binotto fa un’ammissione:
The start compromised the rest of the race, although it has to be said that our rival’s pace was very strong and we suffered more than them with tyre degradation. We made mistakes and now we just have to look to ourselves to improve.
Alla fine a Maranello resta un podio e qualche punto, una sconfitta sonante dopo la prima fila che invece apriva alla potenziale doppietta. Di fatto, la Ferrari dopo Sochi spreca la seconda corsa di fila. A Suzuka senza nemmeno l’attenuante della sfortuna.