Il patto violato e l’undercut non programmato: dentro la domenica indigesta della Ferrari a Sochi
lunedì 30 settembre 2019 · Gran Premi
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Amaro in bocca, oppure più volgarmente un bruciore atroce in una parte del corpo che non è cortese menzionare: la Ferrari esce malridotta dal Gran Premio di Sochi, parte per fare doppietta e invece la doppietta la lascia agli avversari.
È il rovescio doloroso della festa di Singapore e mette tante questioni sul tavolo. Affidabilità e strategia prima di tutto, per quanto la materia più dibattuta resti la disciplina interna, lo strascico polemico di un accordo violato.
C’è un patto al via tra Leclerc e Vettel, il primo deve dare scia al secondo e così fa, è uno schema per passare Hamilton, ma funziona meglio del previsto, tant’è che Seb alla prima curva è perfino in testa e Leclerc nemmeno si protegge. A quel punto il muretto vorrebbe uno scambio che invece non arriva.
Vettel un precedente di disobbedienza mica da niente ce l’ha già, nel 2013 con la Red Bull a Sepang a danno di Webber, fa di testa sua contro la volontà della squadra che pretende una certa strategia conservativa.
Adesso magari pesa il dente avvelenato per la qualifica di Monza, lo sgambetto presunto e subdolo di Leclerc per una scia che là fu negata. Per cui a mettere in fila i fatti emerge un nervo su cui la Ferrari è scoperta: le consegne non sono chiarissime e finisce che nell’ambiguità trova aggio la furbata. Una volta uno, una volta l’altro. Coi giornalisti Seb a Sochi non aiuta:
That’s not something I want to share, to be honest. Obviously I had a very good start so there were a couple of options on the table. Sorry but I really prefer not to explain in a way.
Binotto una specie di pezza la mette, osserva che Vettel dopo il via si prende un margine così ampio che non è saggio sprecare nel gioco di squadra:
We initially asked Seb to give the position back. But fair enough to say that at that stage of the race maybe Charles was not close enough. Later on Seb was quite fast and gained some track advantage. So we knew that we could have decided to do it later on.
Invece succede qualcosa di diverso, Leclerc anticipa la sosta e automaticamente mette a segno l’undercut su Vettel. Qui nelle interviste c’è divergenza, secondo Leclerc quella chiamata è l’espediente del muretto per sistemare la levata di scudi di Vettel:
I think everything has been respected in a way because I gave the slipstream, then we had to do the swap back, which we did at the pit stop, and that’s it.
È un’impressione che Binotto non conferma, lui esplicitamente smentisce che l’undercut fosse il saldo dei conti:
The undercut was not for the reason of giving back the position to Charles. The left-rear was starting to be worn so that was the right moment for him to pit.
A quel punto la Ferrari cerca di allungare lo stint con Vettel per proteggersi da quello che poi effettivamente succede, cioè una safety car che facesse il gioco della Mercedes. Invece pure Vettel inizia a soffrire con le gomme, l’altro nodo cruciale di una domenica indigesta.