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Gran Premio d’Italia 2019 a Monza: sintesi, risultati, parole e statistiche
domenica 8 settembre 2019 · Roundup
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Sofferta, sudata come non mai. La Ferrari riprende la coppa del Gran Premio d’Italia dopo nove anni, malgrado la Mercedes la sentisse già sua al punto che via radio spingeva Bottas: “È la tua vittoria”. Invece Leclerc gli lascia solo la polvere, a lui come a Hamilton prima. Sono due su due, che significa due Mercedes respinte e due vittorie di fila.
L’ordine d’arrivo. Leclerc su Bottas e Hamilton, a punti Ricciardo, Hulkenberg, Albon, Perez, Verstappen, Giovinazzi e Norris. Fuori Sainz, Kvyat e Magnussen.
Il momento chiave. Al giro 23, Leclerc respinge Hamilton alla Roggia e lo manda con due ruote sull’erba. La Fia caccia il cartellino giallo, Leclerc intanto là salva la vittoria perché Hamilton non trova più lo spunto, continua a correre in aria sporca e distrugge le gomme.
Il migliore. Chiaramente Leclerc. Vende cara la pelle, è durissimo nelle lotte a corpo a corpo, borderline per certe azioni, ma con uno spessore mentale da veterano. E stavolta senza nemmeno la manina di Vettel che a Spa aveva fatto tappo a Hamilton. Dichiara:
I believe that Austria helped me to change this approach and today, it’s also thanks to this that I managed to win. It was obviously very on the limit but I’m happy to race like this.
Il peggiore. Forse pesano le incomprensioni della qualifica, fatto sta che Vettel è in modalità downfall, quella che ciclicamente ritorna: si gira da solo all’Ascari, rientra in pista alla cieca e incoccia Stroll. Cose da bandiera nera, la giuria ci va leggera col drive through.
La legge della Fia. Abbaia e non morde la Federazione: minaccia sanzioni a chi fa tatticismi per la scia in qualifica e invece distribuisce solo tre ammonizioni per la melina in Q3; sempre sulle qualifiche, promette di cancellare due giri a chi sconfina oltre i limiti alla Parabolica e invece lascia impunito Vettel nonostante la prova video. E in gara, anche con Leclerc non viene applicato il regolamento alla lettera. Su quest’ultimo punto, il parere di Hamilton:
We’ve just constantly asked for consistency. There was a rule put in place, and then it wasn’t abided by today. I don’t know why that was the case. I guess the stewards woke up on a different side of the bed today.
Nouvelle cousine. Uno viene in Italia pure per la cucina. Infatti Perez sabato sera è in pizzeria, prende una roba oscena a tonno, cipolle, patate fritte e pomodoro. E la condivide pure via social. Da arrestare. Bleah.
Rombi e note. Due sono le costanti della cerimonia che precede il via a Monza, le Frecce Tricolori e un ospite a cantare l’inno d’Italia: il Volo nel 2015, Alexia nel 2016, Francesca Michielin nel 2017, Al Bano nel 2018, il coro Amadeus Kammerchor quest’anno.
Pirelli dice. La gara conta 26 pit stop, tra i primi dieci solo Hamilton e Verstappen ne fanno due. Lo stint più lungo è di Leclerc, 33 giri con le dure di compound C2.
Le statistiche. Nell’era turbo ibrida, che significa dal 2014, a Monza aveva vinto solo Mercedes.
Amarcord. Schumacher, che mai si era aggiudicato il Gran Premio d’Italia, spezzava il tabù pure lui l’8 settembre, nel 1996 alla prima uscita da ferrarista. Appunti di Corsa è il diario dei Gran Premi di F1WEB.it, dal 1950 all’era moderna, in print-on-demand oppure ebook su ilmiolibro.it.
Il prossimo Gran Premio. Domenica 22 settembre a Singapore, partenza ore 14:10 italiane, diretta di SkySport, differita di TV8.