La tragedia di Hubert sul weekend di Spa
sabato 31 agosto 2019 · Dal paddock
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Poca voglia di parlare, il paddock è sotto shock, è irrilevante ogni questione strettamente agonistica, la qualifica mirabolante della Ferrari, la pole stratosferica di Leclerc quanto la flessione della Mercedes.
Sulla giornata dei motori a Spa piomba il dramma di Anthoine Hubert, che 23 anni li avrebbe compiuti a settembre, campione di Francia in Formula 4 nel 2013, campione di GP3 l’anno scorso, quindi in Formula 2 con l’Arden e soprattutto nel vivaio della Renault che l’aveva voluto ad aprile per l’esibizione a Eurodisney.
È agghiacciante la carambola allo scollinamento di Eau Rouge, al secondo giro della gara di Formula 2. Sono coinvolti anche Sato, Alesi e Correa che si ribalta. Ma la macchina di Hubert è quella che è messa peggio, squassata, spezzata in due tronconi, i rottami sono dovunque.
La regia intuisce la serietà della tragedia e subito inquadra altrove. Nel frattempo la direzione corsa dà bandiera rossa, poi annulla la gara e manda tutti a casa.
È il presagio del peggio, Hubert stando al comunicato ufficiale della Federazione muore alle 18:35. Restano prive di fondamento le informazioni che raccontano di un decesso sul colpo. Correa invece resta in osservazione a Liegi, ha le gambe fratturate, ma le condizioni sono stabili. Hamilton via social dà voce al pensiero comune nel paddock:
If a single one of you watching and enjoying this sport think for a second what we do is safe your hugely mistaken. All these drivers put their life on the line when they hit the track and people need to appreciate that in a serious way because it is not appreciated enough, not from the fans nor some of the people actually working in the sport.
La chiamata per la sicurezza torna prepotente. L’automobilismo sportivo non garantisce il lieto fine.