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Gran Premio di Germania 2019 a Hockenheim: sintesi, risultati, parole e statistiche
lunedì 29 luglio 2019 · Roundup
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La storia, la storia con la esse maiuscola, custodisce un’immagine solida e incontrovertibile della Mercedes, “disciplinata e organizzata” fin dai giorni del debutto, una corazzata di senno e tecnologia, sempre e comunque. Ecco, fa specie che il fotogramma si sbricioli in un pit stop di panico e casino nel giorno in cui la storia per ragioni di marketing echeggia prepotente su Hockenheim, fra tute vintage e livree celebrative nella ricorrenza dei 125 anni di Stoccarda nelle corse. Diceva Merzario: “Quando piove, si torna a vedere chi guida”.
L’ordine d’arrivo. Verstappen su Vettel e Kvyat, a punti Stroll, Sainz, Albon, Grosjean, Magnussen, Hamilton e Kubica. Ritirati Perez, Ricciardo, Norris, Leclerc, Hulkenberg e Bottas.
Il momento chiave. Il giro 30, la pioggia si fa più fitta, Leclerc esce all’ultima curva e s’insabbia, al giro dopo va lungo pure Hamilton, nello stesso punto e nello stesso istante in cui Leclerc sta ancora lasciando la via di fuga a piedi. La Formula 1 sfiora una tragedia. Ma Hamilton era da redarguire? Risponde Masi della Fia:
Basically you just look at the conditions the way it was. It was tricky conditions all afternoon for everyone. So that wasn’t even part of the equation so to speak.
Promossi. Verstappen che fa meno minchiate degli altri, Vettel che una volta tanto non sbaglia niente ma paga il disastro della qualifica, Kvyat che rivede il podio e, come dice lui stesso, manda un segnale:
It’s been an incredible few years in my life. Sometimes dark times when I thought Formula 1 was over for me and a podium would never happen again. But life just proves that if you work hard and never give up things are possible.
Bocciati. Bottas che non capitalizza i guai di Hamilton; la Ferrari che sabato stecca la qualifica per guasto doppio, presumibilmente nell’azzardo tecnico di tenere testa a Mercedes; Hulkenberg che si fuma una chance di podio; i bimbi terribili dell’Haas che ancora si prendono a ruotate.
Le penalità. Retrocessione di 30 secondi sull’ordine d’arrivo all’Alfa Romeo per irregolarità alla partenza, multa alla Ferrari per unsafe release di Leclerc al primo cambio gomme, 5 secondi a Hamilton per violazione della segnaletica di ingresso in pitlane.
Pirelli dice. La gara conta 78 pit stop. Lo stint più lungo su gomma da bagnato è di 25 giri, di Albon e Hamilton con intermedia; quello più lungo su gomma da asciutto è di 20 giri, di Stroll con gomma morbida di compound C4.
Il retroscena. E Hamilton la gara rischiava di non correrla affatto per via della febbre. Al punto che sabato la Mercedes aveva messo in preallarme Ocon.
Le statistiche. La retrocessione dell’Alfa promuove Kubica al decimo posto e lo riporta in zona punti dopo oltre otto anni e mezzo. Mercedes marca la partecipazione numero 200 in Formula 1, il dato scioccante è che le vittorie sono 96, quasi una ogni due gare.
Amarcord. Sabato pomeriggio Mick Schumacher ha fatto piangere di commozione mezzo paddock, ha girato sulla F2004 di papà Michael, che su quell’auto a Hockenheim ci ha vinto alla grandissima. Appunti di Corsa è il diario dei Gran Premi di F1WEB.it, dal 1950 all’era moderna, in print-on-demand oppure ebook su ilmiolibro.it.
Il prossimo Gran Premio. Domenica 4 agosto a Budapest, partenza ore 15:10 italiane, diretta esclusiva di SkySport, differita di TV8.