Gran Premio di Monaco 2019 a Monte Carlo: sintesi, risultati, parole e statistiche
domenica 26 maggio 2019 · Roundup
tempo di lettura: 4 minuti
Un trionfo sofferto, una difesa con le unghie e con i denti in circostanze sfavorevoli, una vittoria da stopper per uno che normalmente gioca da attaccante: Hamilton fa le spalle larghe con Verstappen e porta a casa la coppa del principato, la terza nella carriera. Ma non è doppietta per la Mercedes. E anche questa è una notizia dopo una scia comunque lunghissima che resta un record.
L’ordine d’arrivo. Hamilton davanti a Vettel e Bottas, a punti Verstappen, Gasly, Sainz, Kvyat, Albon, Ricciardo e Grosjean. Ritirato solo Leclerc.
Il momento chiave. A due giri dalla fine, dopo che l’ha braccato come un segugio, Verstappen sferra l’attacco a Hamilton alla chicane del porto. È una mossa che non va a segno. E quel contatto, ruota contro ruota, per un niente non degenera in una frittata colossale. Il punto di vista di Christian Horner:
I thought he was really reserved, he was building up, building up. That was really the only one big chance he had, and he went for it, which is Max.
Chi ha vinto. Hamilton che porta al traguardo – e solo lui sa come – un’auto su gomme logore girando sui tempi di una serie minore. L’errore lo fa il box che al giro 11 gli mette le medie per andare fino alla bandiera a scacchi, forse contando sulla pioggia, invece il prosieguo della gara dimostra che la mescola giusta per tenere una resa decente fino al traguardo è la dura. Il commento, riciclato dalla cronaca del 2018 e all’epoca riferito a Ricciardo:
Su un’altra pista lo asfaltavano, ma Monaco è Monaco. E va bene così, prendere o lasciare.
Quasi primo. Per certi aspetti vince anche Verstappen, perché nemmeno lui corre al cento per cento delle potenzialità della macchina: Red Bull svela che ha fatto tutto il secondo stint, quindi quasi 70 giri, su una mappatura sbagliata… perché ha dimenticato di modificarla dopo il pit stop. E dal muretto il team per regolamento non può intervenire.
Chi ha perso. La Ferrari, che arriva seconda soltanto perché Verstappen ripartendo dal pit stop stringe malamente Bottas, gli rompe un cerchione e l’obbliga a una sosta in più, beccandosi a sua volta 5 secondi di penalità. Monaco dice che diversamente, in condizioni nominali di esercizio, la rossa è inferiore almeno a due squadre. E Vettel lo sa:
We know we have a lot of work to do so today we are happy, but not entirely happy. On the other side, it’s a pity for Charles. Not the best weekend for him.
Promosso sulla fiducia. Leclerc in rimonta furiosa, avvampato dal fuoco infido della frustrazione dopo il sabato nero della Ferrari: si mangia Norris al tornante, Grosjean alla Rascasse, s’inventa una serie di sorpassi in posti inimmaginabili. Su Hulkenberg pecca di ottimismo e si taglia le gambe da solo, eppure è fortunato a non mandarlo ko, il che gli abbuona la nota di demerito e salva tutto il resto.
Pirelli dice. La gara conta 23 pit stop, lo stint più lungo è di Hulkenberg, 68 giri su gomma dura di compound C3. Sulla gestione delle mescole da parte dei big, l’appunto di Mario Isola:
The decision from Ferrari to fit the hard tyre to Vettel ensured their podium, while Hamilton’s ability to look after his tyres led to a victory that Niki Lauda would have been proud of.
Le statistiche. Hamilton avrà pure 85 pole, ma curiosamente quella di questa edizione a Monte Carlo è appena la seconda della carriera. Raikkonen intanto marca la presenza numero 300, ma nel conto delle partenze gli mancano Indy nel 2005 per il ritiro in massa di Michelin e Sepang nel 2017 per avaria della batteria.
Nel nome di Niki. Nel primo weekend di gara dalla scomparsa di Lauda, Liberty ha chiesto di indossare cappellini rossi in tribuna, come omaggio a chi un cappellino rosso l’ha portato per tutta la vita con sponsor diversi. Rossi, tra le tante cose, in Mercedes l’halo – provvisoriamente – e una stellina – che invece rimarrà tale – sul cofano motore. Mettono il casco di Lauda sia Hamilton che Vettel, uno quello del mondiale in McLaren, l’altro quello dell’epoca in Ferrari. Ma tra i due, chi deve di più al vecchio Niki resta Hamilton:
If it wasn’t for that call all those years ago, I’d probably sit here as a one-time world champion.
Che gaffe. E un messaggio di cordoglio ha voluto scriverlo Carmen Jorda su Instagram. Collezionando un altro scivolone, perché anziché la foto di Lauda ha messo quella di Daniel Brühl, che Lauda l’ha interpretato sul grande schermo nel film di Ron Howard.
Amarcord. Venerdì Mick Schumacher nella gara di Formula 2 è arrivato lungo alla curva della Rascasse e si è piantato esattamente dove papà Michael s’era piantato nelle qualifiche della Formula 1 nel 2006, quando aveva impedito la pole di Alonso, prendendosi una giustissima squalifica. Appunti di Corsa è il diario dei Gran Premi di F1WEB.it, dal 1950 all’era moderna, in print-on-demand oppure ebook su ilmiolibro.it.
Il prossimo Gran Premio. Domenica 9 giugno a Montreal, partenza ore 20:10 italiane, diretta esclusiva di SkySport, differita di TV8.