Dolore e imbarazzo: Alonso fuori da Indianapolis nello spareggio di qualifica per la 500 Miglia
lunedì 20 maggio 2019 · Fuori tema
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Non inizia nemmeno, per Alonso la seconda partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis finisce dolorosamente e malinconicamente il giorno dello spareggio di qualifica: Matador manca l’accesso in griglia per un soffio, un niente che si quantifica in 19 miglia all’ora per gli americani che sono abituati a scrivere e leggere le classifiche in termini di velocità media anziché tempi di percorrenza, vale a dire 13.2 millesimi circa in linguaggio più europeo, sulla distanza complessiva dei quattro giri di shoot out.
E così Alonso è il primo degli esclusi nel Bump day, 34° quando invece la griglia del catino più classico tradizionalmente accetta 33 partenti. Adesso teoricamente la McLaren può comprarsi la partecipazione di una macchina già qualificata. Prospettiva imbarazzante per tutti e quindi fuori discussione.
Quindi fine dei giochi: Robert Fernley, ex Force India, poi leader del progetto della McLaren per l’Indycar perde il posto, e Alonso una chance per la Tripla Corona. Perché evidentemente certe tendenze valgono pure altrove, l’uomo non può ribaltare i limiti della macchina.
Infatti è prettamente tecnica la ragione primaria di un’esclusione clamorosa: Alonso nel 2017 era entrato nel team di Andretti, stavolta per fedeltà alla McLaren sposa un progetto acerbo per quanto ambizioso e facoltoso, una pratica più indipendente che si appoggia a Carlin Racing e lo fa penare già dalle prove.
Guasti, un incidente, finché la squadra non decide che del supporto amichevole e ufficioso di Andretti non può farne a meno. E allora con umiltà chiede componenti e assetti quando è tardi per raddrizzare la macchina. Così Alonso fa la qualifica alla cieca e non passa l’asticella. Su Twitter scrive:
A difficult week, no doubts. We tried our best, even today with a completely different set up and approach, 4 laps flat on the throttle but we were not fast enough. It’s never easy to drive around here at 227mph.
Alla fine si sommano quei fattori esogeni che fanno parte delle corse, la pioggia, i ritardi, la tensione. E una competizione serratissima, che fa di questa griglia la più compatta in assoluto nella storia della 500 Miglia, dove appena 2.748 miglia all’ora separano la pole di Simon Pagenaud dall’ultimo posto di Pippa Mann.