Ferrari a corto di risorse, salta i test preliminari delle nuove gomme Pirelli da 18 pollici

venerdì 10 maggio 2019 · Test
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C’è una transizione tecnica notevole sull’agenda della Fia per il 2021, l’adozione dei cerchi da 18 pollici nella direzione delle gomme stradali. Una cosa mica da poco, che impone di rifare ex novo sospensione e freni, rispetto a quelli che le squadre adottano oggi con le ruote da 13.

È una novità che arriva dopo un tira e molla decennale, l’idea l’anticipava già Paul Hembery a F1WEB.it nel 2011, Michelin a sua volta l’ha messa come condizione per il ritorno nel 2015. Non se n’è mai fatto niente, al punto che – data di oggi – agli atti risulta solamente un test della Lotus a tempo perso nel 2014, dati che nel frattempo si sono fatti obsoleti a seguito di almeno due riforme aerodinamiche e meccaniche di rilievo.

Per cui adesso Pirelli ha bisogno di informazioni fresche per lanciare entro la fine dell’anno la produzione di mescole e strutture, prima di presentarle ai test collettivi nel 2020. In tre si fanno carico dei preliminari. E sono McLaren, Mercedes e Renault.

Resta a casa la Ferrari che invece tre anni fa s’era offerta per provare le gomme larghe. Ora, a scanso di polemiche facili, un punto è bene chiarirlo subito: Pirelli l’offerta l’ha girata a tutti, Ferrari ha risposto picche. Sulle motivazioni, risponde Binotto nella conferenza stampa di venerdì:

We have been offered, and it has been our own choice not to participate, being short on time and resources for the programme, so as Ferrari we decided simply not to take part in this test. Certainly you cannot do everything, and you need to make your own priority at some stage.

Questione di priorità, quindi: la Ferrari allo stato attuale, più che del futuro deve preoccuparsi del presente, raddrizzare una partenza penosa. Ma fa specie che un colosso del paddock non abbia riserve per mettere in piedi uno straccio di test e lasci che la direzione di sviluppo l’imposti la concorrenza.

L’altra defezione evidente è Red Bull. Qui la questione è prettamente tecnica, perché il regolamento sullo sviluppo dei pneumatici prescrive che i team mandino in pista l’auto del 2018, per cui Red Bull avendo chiuso con Renault, quel motore non ce l’ha più.

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