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Corte e frammentate le prove libere a Baku. La riflessione: ma il venerdì serve davvero?
venerdì 3 maggio 2019 · Regolamenti
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Prove libere ridotte all’osso a Baku, per il tombino che ha sfasciato la Williams di Russell nella prima sessione, per incidenti e bandiere rosse nella seconda. Non è la prima volta che venerdì si gira poco e male, può capitare per via della pioggia e per episodi curiosi che si mangiano il tempo delle prove. Appunto come a Baku, oppure come quando a Sochi un veicolo di servizio aveva spillato gasolio sull’asfalto.
Ma può capitare pure che saltare le libere sia una scelta, lo fanno i team minori che lasciano in panchina un titolare per concedere un apprendistato a pagamento a una matricola.
Di qui la riflessione sulla valenza di una giornata di cui si discute da tempo. E Pirelli l’ha detto più volte: le squadre conoscono le piste così bene che potrebbero affrontare tranquillamente la corsa senza prove libere. Kvyat giusto a Baku osservava:
Maybe we need to just come to the track on Saturday. All the tracks, we know them. I think we need to allow extra time at new tracks like it’s going to be in Vietnam, maybe.
But it’s up to the F1 people to decide what’s best. Every driver’s different, someone needs maybe five hours but not me.
È un punto dibattuto. Di riprogettare il formato del weekend s’era parlato seriamente già sotto Ecclestone nel 2014, oggi la cancellazione del venerdì è pure sull’agenda di Liberty Media in vista dei negoziati per la Concordia del 2021, per condensare l’azione tra sabato e domenica, soprattutto a fronte dell’espansione del numero di gare. Ricciardo la vede così:
I’d prefer no practices and just Saturday, Sunday. Just qualify Saturday morning, race Saturday afternoon and race again Sunday. Less laps of nonsense and more laps of meaningful business.
Per le squadre le implicazioni sono difficili da pesare: da un lato, meno chilometri significa meno spese; dall’altro per via della limitazione drastica dei test va a finire che certe novità tecniche le provi poco in pista o non le provi affatto. Con tutti i pericoli del caso.
E poi c’è l’aspetto organizzativo, quello che impatta direttamente sui promotori che già vivono con agitazione certe trattative nella stanza dei bottoni. Cancellare il venerdì comporta il rischio di perdere quella percentuale di tifosi che cerca gli ingressi low-cost. Anche se poi a Baku le tribune nelle libere erano vuote comunque…