Marina Bay e il Gran Premio di Singapore, 10 curiosità che non sapevi di non sapere

giovedì 13 settembre 2018 · Appunti di viaggio
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1. La città del leone… senza il leone. Singapore nella lingua locale è la città del leone, il nome l’aveva dato Sang Nila Utama, il principe che nel 1299 ha fondato il regno di Singapore. Ma leoni là non ce ne sono mai stati. Le tigri casomai.

2. Orgoglio nazionale. Le parole dell’inno nazionale di Singapore sono riportate a caratteri minuscoli in un riquadrino in basso a sinistra sulla banconota da 1000 dollari.

3. L’educazione prima di tutto. Di 1000 dollari è la multa che si rischia di prendere se non si tira “immediatamente” lo sciacquone nei bagni pubblici. C’è una legge. In caso di recidive si arriva a pagare anche fino a 5000 dollari.

4. Cosa esce dal rubinetto. A Singapore il riciclo è una cosa seria. Si ricicla pure l’acqua attraverso microfiltrazione, osmosi inversa e disinfettazione a raggi ultravioletti. Alla fine l’acqua è come nuova, tant’è che la chiamano newater. E secondo chi se ne occupa si può anche bere.

5. A passo d’uomo, per modo di dire. Secondo uno studio della California State University, i pedoni a Singapore camminano più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo. Camminare a passo d’uomo è un concetto relativo. Per la cronaca, l’Italia non entra nelle prime 30 posizioni.

6. Inverno? Singapore si trova a meno di 150 chilometri dall’equatore, il che ne fa un posto più caldo di quanto si pensi: la temperatura più bassa che è mai stata registrata è di 19.4 gradi, risale al mese di gennaio del 1934.

7. Alcol e motori. La chicane tra St. Andrew’s Road e Fullerton Road, nel punto in cui c’è il Cricket Club prende il nome da un cocktail: il Singapore Sling che mischia gin, cherry brandy, triple sec, benedictine, granatina, succo d’ananas e amaro di angostura.

8. Numeri. L’impianto per illuminare il Gran Premio di Singapore è costituito da 100 chilometri di cavi per alimentare 1600 proiettori, sostenuti a 10 metri d’altezza da 240 piloni d’acciaio, serviti a loro volta da 400 chilometri di fibre ottiche e 40 quadri elettrici.

9. Quando finisce la festa. La parte più noiosa viene sempre dopo: pulire e rimettere in ordine. Smontaggio e stoccaggio durano cinque settimane rispetto alle quattordici necessarie per l’installazione delle apparecchiature in campo. Il piano l’ha illustrato Roberto Grilli di DZ Engineering a F1WEB.it.

10. Intrusi in pista. La storia del Gran Premio di Singapore riferisce di una serie di intrusioni assurde. Un varano nelle prove libere e un commissario maldestro sul rettifilo nel 2016, ma soprattutto un ubriaco nell’edizione del 2015. A proposito: il diario dei Gran Premi di F1WEB.it è disponibile in riedizione a prezzo speciale in print-on-demand su ilmiolibro.it.

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