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Materiali e prestazioni: Brembo svela come sono cambiati i freni di Formula 1 in dieci anni
martedì 19 giugno 2018 · Tecnica
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Un banco di prova durissimo per i freni, questa è Montreal. Brembo ha elaborato una scheda che mette a confronto i dati del Gran Premio del Canada del 2018 con quelli di dieci anni fa, numeri che – per quanto drogati dalle distorsioni di uno scenario tecnico diverso – quantificano l’evoluzione delle prestazioni degli impianti frenanti in Formula 1.
Primo aspetto, la potenza degli impianti frenanti e il miglioramento dei materiali. Oggi le pinze hanno una geometria decisamente più complessa che viene dettata dall’ottimizzazione del rapporto rigidezza-peso, da esigenze di raffreddamento e comunque per quanto più sofisticate pesano il 15% in meno.
Ma il dato che meglio rende l’idea sull’evoluzione dal punto di vista costruttivo è quello su numero e dimensioni dei fori di ventilazione dei dischi: nel 2008 un disco per la Formula 1 aveva circa 200 fori, nel 2012 ne aveva 600 fori, nel 2014 fino a 1000. Oggi Brembo è a 1400 fori da 2.5 millimetri di diametro nelle versioni più estreme, grazie anche al fatto che dal 2017 lo spessore del disco è passato da 28 a 32 mm, il che ha permesso di alloggiare più fori.
È un punto importante perché la temperatura dei dischi è salita: in Canada dieci anni fa il picco al tornante era di 908 °C, quest’anno nello stesso punto Brembo ha misurato punte sopra 1000. È l’effetto dei pneumatici più larghi che danno più grip e del miglioramento della penetrazione aerodinamica: la decelerazione massima media a Montreal era di 4.2G nel 2008, vale 4.7 nel 2018, un incremento in linea con quelli delle altre piste.
Di conseguenza il carico che il pilota deve esercitare sul pedale è aumentato: nel 2008 mediamente, dati del Canada, era di 129 chili e quest’anno è salito a 134.
Tutto questo comporta come effetto pratico la riduzione dello spazio di frenata e dell’impiego dei freni: da 113 metri a 88 metri al tornante del Canada, con il 15% in meno di frenate sul giro secco.