Cosa abbiamo imparato con il fallimento del ricorso della Williams sulla penalità di Sirotkin a Baku
mercoledì 9 maggio 2018 · Regolamenti
tempo di lettura: 2 minuti
È una notizia minore, la Fia boccia il reclamo della Williams e conferma che Sirotkin deve scontare una retrocessione di tre posti a Barcellona per gli incidenti di Baku. Il punto interessante è che nella risposta Parigi mette in chiaro un paio di elementi anche a beneficio degli altri team. Perché non si può mai dire. E prevenire è meglio che curare.
Uno su tutti: la Williams giocava sul fatto che altre sanzioni per episodi simili siano state irrilevanti, ovvero ininfluenti sul risultato finale. Come per Magnussen, sempre a Baku, nel contatto con Gasly.
In effetti i commissari assegnano le penalità senza pesarne gli effetti: la legge è uguale per tutti, le conseguenze evidentemente no. Fa strano, ma è l’unica filosofia che ha senso. Altrimenti il metro di giudizio non è equo. Del resto, che fosse così l’hanno chiesto le squadre cinque anni fa. Testualmente, dal rapporto della Fia:
The team is reminded that since the meeting of 2013 between the FIA and representatives of the teams and drivers, the consequences of penalties are not taken into account.
L’altro punto chiave dell’esposto era il comportamento di Alonso. Cioè: la Williams oltre allo sconto per Sirotkin cercava di guadagnare una posizione con Stroll nell’ordine d’arrivo, perciò spingeva per un’azione disciplinare contro Alonso che al primo giro ha portato la McLaren ai box su due ruote, in condizioni che dire precarie è poco, soprattutto alla luce di quanto svela un rapporto di Andrew Benson sul sito della Bbc.
Anche qui, la Fia non trova gli estremi per il riesame: Alonso secondo la direzione di corsa s’è tenuto lontano dal traffico e ha minimizzato i rischi, in un momento in cui tra l’altro c’era pure la safety car. Nessun illecito quindi. Piuttosto, la liberalizzazione dell’eroismo prima che qualche emulo non faccia danni seri.