Sakhir e il Gran Premio del Bahrain, 10 curiosità che non sapevi di non sapere

giovedì 5 aprile 2018 · Appunti di viaggio
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1. Il niente prima di tutto. Sakhir è un’area desertica dove fino agli anni Novanta non c’era niente fuorché il vecchio palazzo reale. Poi è arrivata l’Università. E più tardi l’autodromo.

2. Bassa quota. Il profilo altimetrico del Bahrain è uno dei più piatti al mondo: la montagna del fumo – che prende il nome dalla foschia che la circonda nei giorni d’umidità – rappresenta il punto più alto dell’arcipelago, la vetta sta a 134 metri appena sul livello del mare.

3. Oro nero. Nel 1932 il Bahrain è stato il primo paese arabo a scoprire il petrolio. Oggi è uno dei primi ad averlo esaurito: gli idrocarburi realizzano solo l’8% del pil, l’economia si regge soprattutto sulla produzione dell’alluminio e sul settore finanziario.

4. La forza del vento. E sarà perché le energie fossili si stanno esaurendo, se il World Trade Center di Manama che conta 50 piani per un’altezza complessiva di 240 metri è alimentato per il 15% da tre pale eoliche posizionate sui ponti di collegamento tra le torri.

5. Il quadro politico. Il Bahrain è una monarchia costituzionale ereditaria, al potere c’è una famiglia sunnita, quella che nel 2004 ha voluto la pista di Sakhir. Ma la popolazione è per il 65 per cento sciita. Nasce da qui una delicatissima contrapposizione civile che nel 2011 è sfociata nelle rivolte di piazza sull’onda della primavera araba. Da allora, denuncia Amnesty, le repressioni non si sono mai arrestate.

6. Tecnologicamente. Il Bahrain nel 2017 è risultato quindicesimo per diffusione dei social network. Nell’area del Medio Oiente è primo per utilizzo della banda larga.

7. Raccomandati. Nel 2004, la posa dell’asfalto del circuito l’ha curata Shell. Che ha utilizzato la stessa composizione di Fiorano, la pista privata della Ferrari. E chiaramente la cosa agli avversari non è piaciuta…

8. Il contentino. Risale alla gara in Bahrain del 2005 l’unico giro veloce in gara di Pedro de la Rosa che all’epoca sostituiva Montoya alla McLaren.

9. Il colore del cordoglio. Nel 2005 la Ferrari ha corso il Gran Premio del Bahrain con il musetto nero, in segno di lutto per la scomparsa di Giovanni Paolo II.

10. A qualcuno piace corto. Per il Gran Premio del 2010 il Bahrain ha impiegato il layout esteso da 6.3 chilometri. E non l’ha più riproposto perché non ha portato niente allo spettacolo. Per la cronaca, quella gara l’ha vinta la Ferrari con Alonso. A proposito: il diario dei Gran Premi di F1WEB.it è disponibile in riedizione a prezzo speciale in print-on-demand su ilmiolibro.it.

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