Haas e Ferrari, quant’è stretta questa collaborazione. E cosa dicono le regole sullo scambio di parti
giovedì 29 marzo 2018 · Regolamenti
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Non è credibile l’ipotesi della cospirazione di Melbourne, ma un filo che lega Haas e Ferrari ci sta, un’allenza provata che determina forme troppo simili e alimenta il malcontento nel paddock.
L’Haas certe parti da Maranello le ha sempre prese. Bernie Ecclestone nel 2016 anticipava:
That car is basically a Ferrari. It will perform because it’s a Ferrari. It’s a Ferrari second team.
Già, però l’Haas all’epoca non dava fastidio a nessuno. A Melbourne invece esplode come Cenerentola, fa una qualifica sfavillante, in gara prima dello stop lotta per un bottino virtuale di 18 punti.
Così adesso c’è maretta, soprattutto dalle parti di Force India e McLaren. Alonso sabato in Australia pungeva così: “Quella macchina è una replica della Ferrari”. Whiting la sua l’ha già detta:
We know exactly what’s going on between Haas and Ferrari, which is completely legal. Last year we had one team expressing some concerns but we have not seen anything that concerns us at the moment.
E in effetti un esposto ufficiale ancora non s’è visto perché il regolamento non esclude la compravedita di certe parti.
È una norma che la Fia ha pensato per agevolare le squadre minori e tenerle a galla, per cui l’Haas compra da Maranello non solo il motore, ma anche freni, triangoli delle sospensioni, serbatoio, sterzo e pedali. In casa in autonomia – per modo di dire, perché in effetti se ne occupa Dallara – fa prevalentemente monoscocca e aerodinamica. O dovrebbe farle. Invece la somiglianza sta soprattutto là.