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Chiedi chi era Dan Gurney, l’uomo del primo casco integrale in Formula 1

martedì 16 gennaio 2018 · Amarcord
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L’albo d’oro in Formula 1 non gli rende giustizia, lui comunque per mille motivi resta un personaggio unico nel panorama dell’automobilismo mondiale. Domenica a 86 anni s’è spento Dan Gurney, il marine come lo chiamava Enzo Ferrari, l’uomo che in qualche modo per l’America ha aperto una strada. Di lui Mario Andretti scrive su Twitter: “Ha ispirato la mia carriera, sognavo di essere come lui”.

Già, perché Gurney negli anni Sessanta salta da una categoria all’altra come pochi hanno fatto e come pochi faranno. Vincendo peraltro: Formula 1, Le Mans, Champcar, CanAm, Nascar.

In Formula 1 debutta a Reims nel 1959, è una scoperta di Luigi Chinetti, il concessionario della Ferrari negli Usa. L’anno dopo la California organizza un Gran Premio apposta per lui a Riverside, un’apparizione isolata nel deserto di San Bernardino, a est di Los Angeles. Gurney non va a segno, si ritira per il guasto del motore.

Vince poco, ma sono vittorie che fanno la storia della categoria: nel 1962 a Rouen è lui che dà alla Porsche la prima vittoria, un successo strepitoso che risolleva il marchio, ma anche le mogli e le fidanzate dei meccanici, perché in squadra nessuno voleva radersi finché non avessero vinto.

Sempre a Rouen è lui che porta la prima coppa nel palmares della Brabham. E il destino giustamente fa sì che lui sia pure il primo a vincere con l’Eagle, nel 1967 a Spa, la prima affermazione di una combinazione tutta americana di pilota e macchina. La squadra comunque non vince più, quell’anno colleziona 13 ritiri e solo un terzo posto: “L’intera esperienza dell’Eagle – parole di Gurney – mi appare più dolorosa che deludente”.

Fin qui i risultati sportivi, perché poi Gurney è anche l’artefice di una serie di innovazioni. Sul piano della sicurezza: a Zandvoort 1968 introduce il casco integrale, entro cinque anni ce l’hanno tutti. Sul piano tecnico: è il primo a montare un’appendice angolata per trovare deportanza. E sul piano dello spettacolo: è il primo a fare la doccia di champagne sul podio, a Le Mans nel 1967. Gli altri lo vedono e ancora lo imitano.

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