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I videogames alle Olimpiadi
venerdì 3 novembre 2017 · Fuori tema
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Baseball e softball, karate, skateboard, surf e arrampicata sportiva sono le new entry dei Giochi Olimpici a Tokyo nel 2020. Si amplia il carnet degli sport dell’Olimpiade, in fondo tutto porta spettacolo e tutto fa notizia. Tant’è che il comitato olimpico internazionale adesso apre la porta anche ai videogame. Ai videogame!
La svolta è notevole, prospetta uno scenario inedito. Perché se da un lato la strada per l’inserimento nel programma ufficiale resta impervia, dall’altro la posizione del Cio traccia una direzione. Cioè:
Gli eSport competitivi possono essere considerati un’attività sportiva, i giocatori si preparano e allenano con un’intensità che può essere paragonata a quella degli atleti delle discipline tradizionali.
Tutto dentro, rischia di diventare un brodo. Perché messa in questi termini la questione offre uno spiraglio a qualunque disciplina. Pure ai motori. Del resto, quanto a preparazione e intensità d’allenamento i piloti non lasciano niente al caso, soprattutto quest’anno.
C’era l’automobilismo a titolo dimostrativo ai Giochi del 1900 a Parigi, in abbinamento con l’esposizione universale. Di fare un Gran Premio olimpico hanno discusso pure Bernie Ecclestone e Juan Antonio Samaranch, quando era lui il presidente del Cio. Oggi la posizione del Cio sul motorsport resta quella che ha ribadito Jacques Rogge nel 2012 a Silverstone:
Per i piloti ho molto rispetto. Sono coraggiosi, si preparano duramente e hanno anche la predisposizione a pensare in modo strategico. Ma il nostro concetto è che la competizione riguarda gli atleti, non i loro equipaggiamenti.
Ad ogni modo, la problematica è anche logistica: allestire un circuito nel villaggio olimpico non è allestire una sala giochi. Ma diverse discipline alla fine vengono dislocate altrove, per cui teoricamente la soluzione c’è: assegnare a carattere onorifico la titolazione di gara olimpica a un Gran Premio nell’anno dei Giochi.
Non per forza una corsa di Formula 1, pure una categoria minore, un monomarca a livello meno professionistico. La Formula E per esempio, il campionato elettrico su cui la Fia e Todt in prima persona stanno investendo parecchio.