Donne col casco, graffi e veleni a colpi di tweet

domenica 15 ottobre 2017 · Media
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Pubbliche relazioni, ammiccamenti e photo shoot per gli sponsor. Tutto tranne che guidare. In due anni – il 2015 per Lotus, il 2016 per Renault – è l’assegno di Carmen Jorda, al di là delle dichiarazioni ufficiali che invece promettono simulazioni, sviluppi, test e fantasie.

Allude a lei Michele Mouton della Commissione per le donne nell’automobilismo sportivo quando parla delle ragazze che “sono riuscite a fare la scalata più per ragioni di marketing e di politica”. È per lei anche il tiro virulento di Christina Nielsen a giugno: “Triste sia lei a rappresentare le donne che corrono”.

Nuova puntata e nuovi graffi, Jorda oggi chiede un campionato separato, gli uomini da una parte e le donne dall’altra. Che tecnicamente non sarebbe nemmeno una boutade, tanti sport non mischiano i sessi. Se non fosse che invece nell’automobilismo chi si confronta alla pari coi maschietti ci sta. E non ne esce male.

Christina Nielsen, appunto, per esempio: titolo di classe 2016 e 2017 in GT Daytona in coppia con Alessandro Balzan per due anni di fila su Ferrari 488 per Scuderia Corsa. Da un tweet di Pippa Mann: “A qualcuno sfugge Christina Nielsen”.

Come sfugge Simona De Silvestro, cinque vittorie in Champ Car Atlantic. Sempre via Twitter: “Alcune di noi hanno dimostrato il contrario”. Doveva arrivare in Formula 1 con la Sauber, poi non se n’è fatto niente. Ha preferito la pista al box, lei.

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