Brendon Hartley sulla Toro Rosso ad Austin, il tifo di Ecclestone per Kubica, la fifa di Massa
venerdì 13 ottobre 2017 · Snack news
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Meglio tardi che mai. Di lui s’è sempre detto un gran bene, ma una Formula 1 alla fine l’ha guidata solo nei test. Adesso a 28 anni Brendon Hartley arriva ufficialmente ai Gran Premi, con Toro Rosso negli Stati Uniti al posto di Gasly – neopromosso – che non ha il nullaosta dall’Honda per saltare la Super Formula a Suzuka.
Al passo coi tempi. Dopo Valencia, Le Castellet e Budapest, mercoledì Kubica ha fatto un altro test di acclimatamento, a Silverstone stavolta, sulla FW36 del 2014 prima del faccia a faccia con Paul Di Resta per un posto da titolare nel 2018. La Williams non fa trapelare dettagli, né sui tempi, né sul numero di giri. Si limita a un commento stringato: “Un giorno positivo”.
La dritta del boss. Per Kubica fa il tifo nientedimenoche Bernie Ecclestone. Da Autosport: “Se fossi alla Williams, non ci penserei due volte a ingaggiarlo”. E cita il caso di Archie Scott Brown, un ragazzo con disabilità agli arti che negli anni Cinquanta era arrivato a gareggiare in Formula 1: “Stava messo peggio di Kubica, ma era maledettamente veloce”.
Duri a morire. Intanto Massa, che un anno fa accettava volontariamente la pensione, adesso inspiegabilmente a tutti i costi vuole restare attaccato alla poltrona. Come certi politici e certi prof all’università. E per mettere pressione alla squadra sentenzia: “Cambiare i piloti può soltanto peggiorare la situazione”.
Qualità, questa sconosciuta. Arrivano i primi provvedimenti di Marchionne in reazione ai guai della Ferrari nella trasferta asiatica: il nuovo responsabile dei controlli di qualità è Maria Mendoza, spagnola di Saragozza, 42 anni, si sposta a Maranello direttamente dai reparti della Fiat.
L’annuncio. Uscirà alla fine del 2018 l’autobiografia di Fernando Alonso. E di conseguenza tutto lascia presupporre che il 2018 sia l’ultimo anno di carriera. Nel frattempo Matador fa sapere che per la corsa di Austin indosserà il casco di Indy. Che comunque nel catino non gli ha portato molta fortuna…
Bambini terribili. Era il 2016, Rosberg e Hamilton si buttavano fuori a Barcellona e consegnavano la vittoria a Verstappen. La Mercedes all’epoca assicurava punizioni serie. Serissime. Le svela Lauda un anno e mezzo dopo: “Li abbiamo minacciati, nel caso di un altro incidente sarebbero rimasti a piedi”. L’altro incidente alla fine c’è stato, neanche due mesi dopo, all’ultimo giro in Austria. E nessuno è rimasto a piedi.
Amarcord. Il 13 ottobre del 1996, Damon Hill è il primo figlio d’arte che vince l’iride. Il diario dei Gran Premi di F1WEB.it è disponibile in print-on-demand su ilmiolibro.it.