Monza rossa: le vittorie più importanti della Ferrari nel Gran Premio d’Italia

giovedì 31 agosto 2017 · Amarcord
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La vittoria in casa sfugge dal 2010, fu un pit stop da record a proiettare Alonso sul gradino più alto del podio davanti a Button. In tutto sono 18 le affermazioni della Ferrari a Monza, tutte preziose, qualcuna più significativa per questioni emotive o extra sportive, nel bene e nel male.

1961. Phil Hill vince gara e mondiale per la Ferrari, ma è un giorno funesto: l’altra Ferrari, quella di von Trips, è tamponata da Clark alla Parabolica e decolla verso le reti di protezione. Le conseguenze sono catastrofiche, von Trips muore sul colpo, insieme con dodici spettatori: “La giornata – riporta Ferrari – che doveva essere il premio al lavoro di tutti ci portò alla più cruda e dolorosa amarezza”.

1964. Non prendono punti né Hill e né Clark per guasto meccanico, allora la vittoria ridesta le speranze di Surtees che ricompone lo squarcio della classifica e si rimette sul binario del mondiale. La folla esplode, sfonda il cordone della polizia per abbracciare i piloti.

1979. Il trionfo dà il mondiale a Scheckter malgrado all’inizio della stagione non fossero a suo favore né la stampa né i tifosi che avevano scelto Villeneuve. È uno dei titoli che peggio vengono difesi perché l’anno dopo la Ferrari proprio non c’è, manca di velocità, deportanza e affidabilità, ha già la testa allo sviluppo del motore turbo.

1988. È il primo Gran Premio d’Italia senza Enzo Ferrari, la McLaren non ha sbagliato un colpo dall’inizio dell’anno, la rossa sulla carta non ha nessuna chance di onorare la memoria del fondatore nella corsa di casa. Invece le sorti si rovesciano perché le McLaren vanno entrambe ko: Prost subisce il primo guasto meccanico, Senna si scontra con Schlesser mentre deve doppiarlo e si ritira a due giri dalla fine. Ne scaturisce la doppietta rossa con Berger e Alboreto.

1996. La follia pacifica dei tifosi travolge Schumacher che mai aveva vinto a Monza e spezza il tabù alla prima uscita da ferrarista: “Non avevo visto tanta emozione nei tifosi. È una gioia collettiva che è possibile solo in Italia. Sul podio avevo la pelle d’oca”.

2006. Svetta ancora Schumacher, è la sua quinta affermazione in Brianza. Il podio sembra un passaggio di testimone: lui sul gradino più alto, Raikkonen al secondo posto, ferrarista in pectore perché proprio a Monza arriva l’ufficialità dell’abbandono di Michelone, il più fedele alla rossa, il più fedele in assoluto allo stesso team.

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