Da Massa a Bottas, passando per Vettel: le irregolarità alla partenza che la Fia ha lasciato correre

lunedì 10 luglio 2017 · Regolamenti
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Il caso di Bottas è già chiuso. In sintesi: a Spielberg l’infrazione c’è stata, ma tecnicamente ai sensi del regolamento non è sanzionabile perché quello scatto anticipato rientra nelle tolleranze che ammettono i sensori. Altrimenti la Fia dovrebbe prendere per false partenze tutti gli assestamenti che fanno le macchine mentre sistemano i settaggi del cambio.

È probabile che in sede di Commissione F1 si vada a riscrivere la regola, intanto a Bottas la vittoria dell’Austria non la toglie nessuno.

In tempi recenti, non è nemmeno la prima anomalia che passa impunita alla partenza. Anno 2010, Massa con la Ferrari al Gran Premio del Belgio si ferma almeno un metro più avanti della riga bianca sulla piazzola di partenza, non viene penalizzato, la direzione corsa non indaga nemmeno. Ci vuole un video su YouTube in settimana a sgamarlo.

La Fia a quel punto apre un’inchiesta, un atto dovuto per capire come mai l’informazione su un’irregolarità tanto palese non sia arrivata alla giuria né dai commissari di percorso né dai sensori. Il nodo evidentemente si scopre, il sistema viene corretto. Tant’è che nel 2014 non la passa liscia Alonso a Silverstone con la stessa contravvenzione. Anche se la Fia ci mette un’ora e venti per aprire l’inchiesta, venti giri per assegnare la sanzione, malgrado la bandiera rossa di mezzo per l’incidente di Raikkonen.

Poi ci stanno quelli che si schierano di traverso: non vengono presi provvedimenti con Hamilton a Shanghai nel 2015, né con Ricciardo a Suzuka l’anno dopo. Sono solo i casi più eclatanti, alle retrovie non ci bada nessuno.

E siamo al Gran Premio di Cina di quest’anno, il furbacchione è Vettel, cerca più grip, per schivare una macchia d’olio si ferma con le ruote di sinistra fuori dalla piazzola, mezza macchina dentro e mezza macchina fuori, verso Hamilton che parte in pole. Pure là, la Fia chiude un occhio, sceglie la strada del buonsenso.

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