Montreal, che pasticcio con la penalità di Kvyat. E lui sbrocca contro i commissari della Fia
martedì 13 giugno 2017 · Regolamenti
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Alla fine, a freddo, Kvyat ha una domanda sola: “Voglio capire chi fa questo lavoro”. Ovvero, chi c’è in direzione gara a Montreal, chi deve assumersi la responsabilità per il pasticcio della doppia penalità alla Toro Rosso. Risposta: Garry Connelly, il direttore dell’Istituto della Fia per la sicurezza nel motorsport, il successore di Sid Watkins in pratica; Jose Abed, uno dei vice presidenti della Fia; e Derek Daly, ex pilota.
L’episodio risale al via del giro di formazione: Kvyat resta piantato, viene sfilato da tutte le macchine, poi in qualche modo riparte, recupera la posizione e si ripresenta sullo schieramento in P11, nello slot di qualifica. Spiega:
Our problems already started during the formation lap. My engine stalled, so I had to catch all the cars before the safety car line, which I didn’t manage to do so I got a penalty for it.
Già, l’infrazione sta qua, perché alla luce dell’articolo 36.8 del regolamento sportivo lui dovrebbe partire dai box:
Any driver (…) who is unable to re-establish the original starting order before he reaches the first safety car line, must enter the pit lane and start from the end of the pit lane.
Pare che la Toro Rosso la regola la sapesse bene. O perlomeno così dice. Franz Tost a questo proposito nel comunicato ufficiale precisa:
Kvyat just missed overtaking Alonso before the safety car line. It was also too late for him to go into the pit-lane, so he got penalized for this.
Da qui la penalità, che ai sensi del regolamento è chiarissima, la specifica l’articolo 38.3 al comma d: stop-and-go di dieci secondi. La direzione corsa invece alle 14:23 assegna il drive through, Kvyat lo sconta, poi qualcuno prende atto dell’errore, per cui alle 14:56 viene notificato il messaggio di una nuova sanzione. Quella giusta stavolta.
La squadra allora s’attacca al telefono con la direzione corsa, nel frattempo Kvyat si sta giocando la zona punti. Non c’è verso di negoziare, Kvyat al giro 54 paga il conto della penalità, mette gomme nuove, ma un dado non entra, lui lascia spegnere il motore e deve ritirarsi. Nerissimo, a caldo non le manda a dire:
They were clearly sleeping today in their office, so maybe they needed some coffee there. They should cancel this stupid rule. Who is this rule for? Are we taxi drivers here or Formula 1 drivers? I don’t understand this. It’s a circus, a stupid f****** circus.
I will go and talk to Charlie. It’s annoying me, it’s really annoying me. A simple job, and he can’t even do that job properly.
Maybe it’s better to go in the back room because now the heat is up for me I will not want to say anything wrong to any of them and I’m not really sure it’s Charlie.
In effetti Kvyat paga due volte la stessa colpa. Soprattutto, la prima sanzione è più pesante di quella che teoricamente gli spetta e che la Fia comunque vuole assegnargli: con un drive through bisogna percorrere tutta la pit lane, a Montreal si perdono tra i 18 e i 20 secondi; lo stop-and-go invece si può scontare direttamente sulla piazzola al momento del cambio gomme, per cui quelli sono 10 secondi netti.
Insomma Kvyat ha mille ragioni. Tra parentesi, ci rimette pure due punti sulla superlicenza. Sui modi dello sfogo invece nessuna scusa. Hamilton per una reazione scomposta a Monte Carlo nel 2011 fece imbestialire Jean Todt che voleva dargli “sei gare di squalifica”. Alonso l’anno prima aveva dovuto ammorbidire la contestazione sul casino della safety car a Valencia. E teneva ragione da vendere. La Fia alla faccia ci tiene.