Dall’annuncio al grande giorno: il diario di Alonso verso la 500 Miglia di Indianapolis
giovedì 25 maggio 2017 · Fuori tema
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28 marzo. In un’intervista alla stampa belga, Webber sostiene che “Alonso potrebbe non correre l’intera stagione” per quanto è “frustrato dai problemi dell’Honda”. Sembra un’ipotesi. In retrospettiva, per i rapporti strettissimi tra Alonso e Webber, è la prima, velata, anticipazione di una sorpresa.
12 aprile. È il giorno dell’annuncio ufficiale: La McLaren torna a Indianapolis, Alonso cerca il secondo tassello della tripla corona dell’automobilismo, nel team di Andretti e col motore dell’Honda. Per sostituirlo a Monte Carlo la McLaren richiama Button.
23 aprile. Alonso inizia a fare la spola tra l’Europa e l’America: è in Alabama al Barber Motorsports Park di Birmingham per la gara di Indycar. Ad assisterlo con la stampa l’accompagna Silvia Hoffer della McLaren. Segue il team nei box, prende confidenza con le procedure. Mentore, coach e tutor è Gil De Ferran.
24 aprile. È al laboratorio di Andretti in Zionsville Road a Indianapolis per fare il sedile. Ne approfitta per un’occhiata al Borg Warner Trophy, la coppa storica dei vincitori della 500 Miglia. Dice: “Se dovessi vincere, ne vorrei una replica a grandezza naturale”.
2 maggio. Su Instagram, svela il casco per Indy, stile retro perché “retro is the way forward”: fondo nero e colori della Spagna, la bandiera delle Asturie e il logo della sua scuola di karting. Il numero che gli assegnano è il 29. In linea con la tradizione, la livrea è arancio papaya come ai tempi di Bruce McLaren.
3 maggio. C’è la prima uscita al Brickyard, Alonso con successo supera il Rookie Orientation Programme, la prova di ammissione che il regolamento impone agli esordienti: fa 110 giri, velocità massima 358 chilometri orari, in linea con le prescrizioni. Il commento: “Divertente. La macchina è meno prevedibile della Formula 1, è tutto più brutale”. Già: polverizza due uccelli.
15 maggio. All’indomani del Gran Premio di Spagna disputa la prima sessione di prove vere: è il migliore dei rookie, diciannovesimo per un problema alla sospensione. Entro il terzo giorno di prove è già quarto assoluto.
20 maggio. È ottavo alla vigilia delle qualifiche, entra nei fast nine, praticamente si guadagna il biglietto per le prime tre file dello schieramento. Nel giorno dell’incidente di Bourdais.
21 maggio. A meno di tre ore dal rush finale della qualifica deve cambiare il motore, è una misura precauzionale, i fantasmi della Formula 1 riaffiorano: “Ci sono abituato”. Di fatti non si scompone, si piazza quinto, la pole è di Scott Dixon.