PHOTO CREDIT · McLaren Honda F1 Team
McLaren, la rivoluzione arancione nella squadra che ha rinnegato Ron Dennis
sabato 25 febbraio 2017 · Dal paddock
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“Modifiche esaltanti” preannunciava Eric Boullier. E fuori da ogni dubbio, in attesa di verificare come gira il nuovo motore dell’Honda, quella più lampante è la colorazione: la McLaren torna indietro di cinquant’anni, all’arancio papaya che Bruce McLaren aveva scelto nel 1968, senza associazione né agli sponsor né alla nazione, semplicemente perché gli sembrava quello che meglio risaltasse in televisione coi nuovi apparecchi a colore.
Ma di arancio papaya s’era tornata a vestire la squadra nel 2006 ai test invernali, una soluzione temporanea dopo il bando della reclame del tabacco, in attesa che dai nuovi contratti con gli sponsor venisse fuori la livrea ufficiale.
Ce n’è un altro, di passato, che invece la squadra rinnega: da Woking sparisce ogni possibile riferimento a Ron Dennis dopo la cacciata di novembre sull’affare della cessione ai cinesi. Non a caso cambia la sigla del telaio, MCL32 anziché MP4/32 come avrebbe voluto la successione logica, dal momento che MP4 era il codice che Dennis aveva coniato negli anni Ottanta quando alla McLaren aveva fuso la sua Project 4.
E non manca solamente Dennis nella nuova gestione di una squadra che non vince una gara da tre anni, un titolo da dieci. Esce dopo neanche sei mesi Jost Capito per “divergenze operative”, trapela a GPUpdate dall’ufficio stampa, con Zak Brown che diventa direttore esecutivo.
Ancora, il team manager non è più Dave Redding che si sposta alla Williams, le sue responsabilità adesso vanno in parte a Paul James, in parte ad Andrea Stella.
E poi, chiaramente, manca Jenson Button che ufficialmente si ferma per un anno sabbatico, concretamente si avvia alla pensione dorata come consulente di lusso, nel frattempo libera il posto a Vandoorne e sta in panchina se qualcosa dovesse rompersi nel rapporto con Alonso.