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La regina delle nevi

domenica 22 gennaio 2017 · Fuori tema
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Della riabilitazione ha raccontato tutto, passo dopo passo come un romanzo su Instagram: “Mesi durissimi, ma il fatto di essere in grado di andare veloce e gareggiare di nuovo, ripagano del duro lavoro”. E ancora non aveva vinto. 

Lindsey Vonn adesso si prende la discesa libera di Garmisch, alla seconda gara di rientro dopo un anno per infortunio: in supergigante a Soldeu il 27 febbraio del 2016 la frattura del piatto tibiale sinistro, poi ancora a novembre in allenamento in Colorado la frattura dell’omero del braccio destro.

Nata Kildow – 32 anni, 77 affermazioni, a nove lunghezze da quel colosso assoluto che è Ingemar Stenmark, a giugno dell’anno scorso anche sulla Formula Renault a Spielberg per concessione della Red Bull che la sponsorizza – la valchiria dello sci è una specie di eterna sopravvissuta.

Che viene da una serie lunghissima di infortuni gravissimi da cui s’è sempre risollevata: rottura del legamento crociato anteriore e del collaterale mediale alla gamba destra a Schladming nel 2013, frattura del ginocchio destro in discesa libera in Val d’Isere a dicembre dello stesso anno.

La sua è quella storia di determinazione e coraggio che fa di ogni campione un extraterrestre: cadere, rialzarsi e tornare a vincere. Come Lauda dopo il rogo del 1976 al Nurburgring che per tutta la vita gli ha lasciato addosso i segni del fuoco. Come Schumacher dopo l’incidente del 1999 a Silverstone. Imprese.

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