PHOTO CREDIT · Metro Goldwyn Mayer

Il mitico “Grand Prix” di Frankenheimer

mercoledì 21 dicembre 2016 · Amarcord
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Compie 50 anni una pellicola che per la storia del cinema significa poco, per quella dei Gran Premi invece è una pietra miliare: nelle sale americane il 21 dicembre 1966 esce Grand Prix di John Frankenheimer, prodotto da Cherokee e distribuito da Metro Goldwyn Mayer.

L’embrione del film risale all’epoca in cui Frankenheimer presta servizio nell’aeronautica militare degli Stati Uniti. In un’intervista postuma svela:

I did learn what I was doing at the government’s expense. That is a strange thing to say, but it’s true because they couldn’t have cared less. They let me take cameras home on weekends with all kinds of films and I’d go out and shoot all manner of stuff. I shot a whole short subject about my automobile. I guess that was the forerunner of Grand Prix. I tied the camera on to it and tried all kinds of angles.

È il primo film che si cimenta generosamente con la Formula 1, mescola elementi coevi e figure immaginarie riscrivendo liberamente il campionato del 1966: James Garner impersona Pete Aron, un pilota decaduto, ex Ferrari e Brm, cerca il riscatto e firma per la Yamura; alla fine vince il titolo nella gara in cui perde la vita il suo rivale, Jean Pierre Sarti impersonato da Yves Montand.

Il cast annovera anche Graham e Phil Hill, Richie Ginther, Jo Bonnier e Jack Brabham. Per l’epoca le riprese sono spettacolari, la produzione in occasione della corsa di Montecarlo ha fatto girare le vetture della Formula 3 con la carrozzeria camuffata; Phil Hill s’è portato una cinepresa a bordo della Lotus 25; Ferrari addirittura concede tre giorni di riprese nel reparto corse. Anni dopo, Frankenheimer riconosce:

When I look back, I don’t know how the hell we ever did that film. We were always shooting, usually where we weren’t wanted, and usually with everything out of our control. But we just had to get those crowds.

Hollywood gradisce, assegna tre oscar: miglior montaggio, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro. Frankenheimer sentenzia:

I’m not saying it’s my best film, but it was certainly one of the most satisfactory films I’ve made because I’ve had a Walter Mitty idea all my life about what would have happened if I’d really been a Ferrari driver. To be able to indulge your fantasies with ten-and-a-half million dollars is, I think, marvellous.

Brabham, Brm, Ferrari, Monte Carlo,