Dal fondo alla vetta: le rimonte più incredibili della storia della Formula 1
domenica 6 novembre 2016 · Amarcord
tempo di lettura: 3 minuti
Con una scommessa coraggiosa e le quote giuste, esistono delle vittorie che possono valere l’affare della vita, perché l’impresa è leggendaria e la vincita potenziale è altissima al banco. Queste le rimonte più incredibili e impressionanti in quasi 70 anni di Formula 1, per merito o circostanze fortuite. E nelle lista c’è due volte John Watson, praticamente uno specialista del recupero.
Indianapolis 1954. Nella lista dei puristi non c’è, per via della diatriba storica sulla valenza tecnica della 500 Miglia ai fini della Formula 1. La gara comunque formalmente è in calendario, per cui la rimonta di Vukovich, da P19 a P1, entra di diritto in graduatoria. Nella storia di Indianapolis però non è la migliore: Ray Harroun nel 1911 si aggiudica la prima edizione partendo da P28.
Kyalami 1973. Dalla settima fila, Stewart nell’arco di sei giri scala tutta la classifica con la Tyrrell, sulla linea del traguardo precede la McLaren di Revson di 24 secondi. A spianargli la strada è anche l’incidente a catena tra Ickx, Hailwood e Regazzoni a seguito dell’uscita di Charlton.
Detroit 1982. La classifica è stilata per somma di tempi, la gara è sospesa al settimo giro per l’incidente tra Patrese e Guerrero, poi interrotta al giro 62 per il raggiungimento del limite delle due ore. Watson azzecca la scelta della mescola delle gomme, rimonta e vince.
Long Beach 1983. Watson e Lauda partono in P22 e P23 con le McLaren, rimontano tutto lo schieramento e vanno a vincere. È il recupero migliore della storia. Determinante, nel bene e nel male, la resa delle Michelin: “Ci qualificammo indietro perché le gomme erano più indicate per chi aveva il turbo. Ma in gara, col pieno, veniva fuori la qualità della macchina”.
Spa 1995. Le Ferrari scattano dalla prima fila che hanno conquistato anticipando la pioggia di sabato; non arrivano al traguardo. Vince Schumacher dall’ottava fila con la Benetton, ma la lotta enfatica con Hill gli costa una gara di squalifica con pena sospesa.
Hockenheim 2000. Con gomme d’asciutto sul bagnato, Barrichello su Ferrari conquista la prima vittoria della carriera. Difendendo la leadership iridata di Schumacher che s’è ritirato al via nello scontro con Fisichella. Si avvantaggia della safety car quando un disoccupato della Mercedes attraversa la pista per gettare dei volantini.
Suzuka 2005. Raikkonen attacca Fisichella all’ultimo giro a Suzuka nel 2005, è il sorpasso che gli dà la vittoria last minute dopo la partenza nelle retrovie. La gara è vivace, soprattutto per effetto di una griglia di partenza disordinata a causa della pioggia a intermittenza nella sessione di sabato.
Singapore 2008. Sulla prima pista pensata per la notturna, Alonso torna a vincere per la Renault, ma un anno dopo salta fuori che l’incidente di Piquet, che l’ha favorito con la neutralizzazione per l’ingresso della safety car, è preparato scientificamente a tavolino. Il risultato non viene cancellato, però la Renault è squalificata con sospensione della pena per due anni. Flavio Briatore si becca la radiazione a vita, poi attenuata in sede civile.
Alonso, Barrichello, Benetton, Briatore, Ferrari, Fisichella, Hill, Hockenheim, Ickx, Indianapolis, Lauda, Long Beach, McLaren, Mercedes, Michelin, Patrese, Piquet, Raikkonen, Regazzoni, Renault, Schumacher, Singapore, Stewart, Suzuka,