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Quei fiori alla curva di Jules. Ma quante analogie con la morte di Senna

venerdì 7 ottobre 2016 · Dal paddock
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Qualcuno è andato a portare un mazzo di fiori dietro al guardrail della curva Dunlop, in corrispondenza del punto in cui nel 2014 la Marussia di Jules Bianchi è andata a sbattere contro la gru dei commissari.

Sono passati due anni dall’incidente, quindici mesi dalla morte di Jules che da quello schianto non s’è mai ripreso.

C’è stata un’inchiesta che tecnicamente ha trovato tante risposte e paradossalmente ha chiarito poco, di qui la denuncia del papà di Jules contro la Fia, la Fom di Ecclestone e la Marussia, oggi Manor, per scardinare l’ingiuria della colpa che la Fia esplicitamente “con sorpresa e dolore”, scrivono gli avvocati, addossa al pilota.

Intanto la famiglia ancora cerca le immagini delle telecamere ufficiali, video e registrazioni che la Fom non ha messo a disposizione. Dice il papà di Jules:

We have asked for some time for images from Jules’ on board camera for example. For official images from FOM to understand what happened, and we never managed to get them.

Tante analogie sotto quest’aspetto con il processo sull’incidente di Senna a Imola. Le immagini che all’inizio non si trovavano, le centraline che non erano leggibili, la Formula 1 che si chiudeva sulla difensiva.

Oggi per Jules restano fiori, dolore e ricordi. Ricciardo che dal giorno del dramma di Bianchi non aveva mai vinto, a Sepang gli ha dedicato il successo:

I’ve been waiting for a victory and waiting to dedicate this to him. My life definitely changed after that incident. I’m extremely grateful and appreciative of everything that I’ve got. I’ll dedicate this to him.

A. Senna, Bianchi, Fia, Ricciardo, Suzuka,