Singapore, la Ferrari sbaglia i calcoli: così Raikkonen ha regalato il podio a Hamilton
lunedì 19 settembre 2016 · Dal paddock
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Ha funzionato tutto con la gestione della gara di Vettel, da ultimo a quinto su una pista dove si sorpassa poco e la differenza la fanno soprattutto le strategie. Ma a Singapore c’era in ballo un podio con Raikkonen e la Ferrari se l’è fatto scappare.
Il momento chiave è il giro 46, Hamilton è quarto, entra per un pit stop extra, gioca la carta delle supersoft per andare a prendere Raikkonen in P3. Con la sosta della Mercedes il vantaggio della Ferrari sale a 28 secondi quando restano da coprire 15 giri fino alla bandiera a scacchi. Teoricamente il margine per amministrare senza fermarsi ci sta, “ma – dice Maurizio Arrivabene – guardando i dati, la cosa più sensata era copiare la strategia della Mercedes”.
I dati del muretto evidentemente in quel momento sulla base delle simulazioni dicono che l’usura rischia di fregarli. Del resto, pure Rosberg alla fine ce la fa d’un soffio contro Ricciardo che lo incalza su gomme fresche.
Alla fine la Scuderia si convince per la marcatura a uomo: al giro 47 chiama dentro Raikkonen, gli monta le ultrasoft mentre Hamilton in pista fa quei parziali di tutto rispetto che gli valgono il sorpasso mentre la Ferrari esce dai box.
A quel punto Kimi ha un’unica possibilità: riprendersi in pista la posizione con una manovra di forza, come al giro 33. Ma allora Hamilton pativa per le temperature dei freni, “e poi – confessa – ne siamo venuti a capo”. Fine dei giochi, Raikkonen chiude ai piedi del podio:
We lost the place there, I don’t know how and why they managed to jump us, and I don’t know what would have happened if we would have stayed out. Now we have to go through everything, see what happened and what we could have done better.
La strategia è un campo minato dove il senno del poi scrive le sentenze. Ma quando la Ferrari sceglie di fermarsi la prospettiva di perdere la posizione senza il pit-stop è una probabilità, quella di perderla fermandosi è una certezza.