Folle e guascone: Verstappen è un caso. Pericoloso come Senna diceva di Schumacher
lunedì 29 agosto 2016 · Gran Premi
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È storia la lavata di capo di Senna a Schumacher a Magny Cours nel 1992, adesso Vettel promette che ne farà una lui a Verstappen, meno plateale e non immediata, “non subito – assicura – perché sia io che lui non veniamo da una buona gara”.
Non è stato il disastro che aveva innescato Grosjean al via nel 2012, la partenza di Spa comunque riapre il dibattito sulla condotta di quei piloti che spengono il cervello insieme coi semafori. È deciso Vettel sulle responsabilità di Verstappen: “Una manovra troppo aggressiva, cercava di recuperare in una sola curva, all’interno, quelle posizioni che aveva perso”.
La versione della Ferrari è che Raikkonen la curva non poteva farla perché c’era Verstappen, per cui Kimi è franato addosso a Seb come in Cina gli era franato addosso Seb quando all’interno allora c’era Kvyat. Verstappen invece ovviamente sostiene che la colpa ce l’ha Vettel: “Ha fatto la curva quando c’erano già due macchine”.
Al di là dell’episodio del via su cui la Fia non prende posizione, l’altra macchia sul weekend di Verstappen è quella difesa sopra le righe nel duello con Raikkonen al Kemmel. Dice Kimi: “Ho dovuto frenare per non prenderlo, s’è spostato dopo che io avevo fatto la mia mossa, poteva venire fuori un grosso incidente”. Che alla fine non c’è stato, ma Raikkonen e il ragazzino terribile della Red Bull ci sono andati vicinissimi pure a Les Combes e pure qua la Fia non s’è espressa.
È caustico Villeneuve nel commento a Sky Sport: “Evidentemente hanno deciso di creare una superstar e non prendono provvedimenti“. La verità è che Verstappen da quando è in Formula 1 indispettisce per quell’atteggiamento guascone con cui segna il territorio e rilancia le accuse: “Esalta – rimarca Toto Wolff – ma è pericoloso”.
Già, pericoloso. Di Schumacher, diceva Senna: “Preoccupa la sua ignoranza in pista, nel senso che ignora le possibili conseguenze dei suoi comportamenti“.