Abitacoli scoperti, vince Ecclestone: rinviato l’halo. Ma è giallo sulle volontà dei piloti
giovedì 28 luglio 2016 · Regolamenti
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Si votava a Ginevra l’introduzione dell’halo che la Fia ha sperimentato prima con la Ferrari a Barcellona e poi con la Red Bull ai test di Silverstone. L’halo che a Montecarlo la Federazione e le squadre avevano deliberato dopo cinque ore di consultazione scartando l’aeroscreen.
Il destino degli abitacoli scoperti ce l’avevano in mano ancora gli stessi soggetti. Ecclestone, Todt e le squadre del Gruppo Strategia. Adesso è tutto sospeso. Ma su un punto la Fia è tassativa: “Le protezioni entreranno in vigore nel 2018”. Quali saranno bisogna stabilirlo in base a una serie di test che i team hanno in programma di condurre da qui alla fine dell’anno anche nelle sessioni di prove libere nei weekend ufficiali.
Jolyon Palmer s’era fatto scappare che l’halo ai piloti non piace e che nessuno ha le palle di mettersi contro la Fia. Vettel da Hockenheim precisa: “Di certi commenti sono sorpreso perché c’è stato un voto e credo che a favore del sistema c’erano il 90 o il 95% dei piloti”.
Ma all’inizio era scettico pure lui. Poi sembra che Whiting a Budapest abbia incontrato i piloti “mostrando delle immagini – svelava Sainz – abbastanza convincenti sul valore di questo sistema”. Vettel infatti aggiunge: “La presentazione è stata abbastanza chiara. Il risultato positivo in tutti gli incidenti”.
Fatto sta che uno dei detrattori incrollabili era e resta Bernie Ecclestone: “Non abbiamo bisogno dell’halo perché – l’intervista al Telegraph – non farebbe niente di buono. Anzi rischia di portare più danni che benefici“.
Anche lui getta un’ombra su questa votazione che la Fia avrebbe chiesto ai piloti in occasione del Gran Premio d’Ungheria: “La maggioranza dei piloti non vuole saperne. La decisione spetta a noi e alle squadre”. A chi domanda più attenzione sulla sicurezza risponde: “Non sono i piloti i proprietari delle squadre. Se non vogliono guidare non sono tenuti a farlo“. Diretto. Come sempre.