Silverstone, dentro la sentenza: perché la Fia punisce la Mercedes per il messaggio a Rosberg
lunedì 11 luglio 2016 · Regolamenti
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La traduzione pratica e semplicistica è che un aiuto via radio vale 10 secondi. Per cui d’ora in poi sta alle squadre stabilire la strategia più opportuna. La sostanza comunque è più complessa di quello che sembra perché nel verdetto che decreta la retrocessione di Rosberg a Silverstone, la Fia fa un distinguo importante:
Having considered the matter extensively, the Stewards determined that the team gave some instructions to the driver that were specifically permitted. However, the team then went further and gave instructions to the driver that were not permitted.
Cioè: la Mercedes è colpevole a metà. Non è illecita la prima parte della conversazione, il muretto dà a Rosberg le indicazioni per le regolazioni del cambio in modo da salvare la trasmissione. Ai sensi del regolamento è concesso se il team riesce a dimostrare il rischio del guasto imminente.
L’errore c’è dopo, quando la squadra chiede di “saltare la settima marcia”. E questa si configura come un’indicazione sulla guida, da cui la sanzione.
Stoccarda si riserva il diritto d’appello. E la questione riguarda anche gli altri team perché il verdetto di Silverstone, qualunque sia, adesso deve tracciare la linea ufficiale di riferimento.
La Ferrari si tiene a margine e non si sporca le mani, la Red Bull invece contro la Mercedes ha avviato un’azione di protesta non ufficiale attraverso stampa e social network, praticamente attraverso le interviste che Horner rilasciava qua e là nel paddock di Silverstone prima che uscisse la sentenza, un po’ per mettere pressione sulla Fia e ottenere la promozione di Verstappen, un po’ per esigere un chiarimento esemplare nell’ambito di un tema su cui ancora non erano arrivati provvedimenti.
Insomma il bubbone prima o poi doveva scoppiare. A Baku, dove Hamilton e Raikkonen non trovavano le regolazioni sul volante, s’era fatta largo l’ipotesi di chiedere alla Fia una revisione delle restrizioni. E la mozione era partita da Toto Wolff:
Today’s cars are very complicated and obviously very sophisticated technology-wise. I think we need to look at the rules. You can do two things, you can either make the technology much less complicated, I don’t think this is the right direction. Or we maybe adjust the regulation so you are able to communicate more with the driver in case of a problem. But it is how it is.
Il tema s’è riproposto a Spielberg quando le Mercedes sono arrivate al limite con l’utilizzo dei freni e il muretto non è intervenuto per non rischiare la sanzione. Ma Perez proprio all’ultimo giro è finito con violenza nelle barriere per lo stesso tipo di problema: “E dalla direzione corsa – conferma Force India – c’era stato detto che non potevamo informarlo“.
La Fia di alleggerire i divieti non ha voluto saperne. Anzi. Whiting proprio a Silverstone aveva scritto ai team per informarli che ogni possibile infrazione sarebbe stata segnalata direttamente ai commissari, quando invece prima era la direzione corsa a intervenire con un richiamo. Blando. Lo diceva Pat Symonds a Sky: “La luna di miele è finita”.