Spielberg, il mistero delle vibrazioni sui cordoli che spaccavano le sospensioni
martedì 5 luglio 2016 · Tecnica
tempo di lettura: 3 minuti
Dai cordoli di Baku che tagliavano le gomme, a quelli di Spielberg che spaccano le sospensioni. Ha iniziato Verstappen venerdì nelle libere, il braccetto della sospensione s’è aperto nel salto sui dissuasori gialli dietro il cordolo della curva 5: “Troppo pericolosi. Ci starebbe meglio un muro”.
Non era il punto di vista degli altri: “Non so come faccia a dire che questa pista è pericolosa – rispondeva Button ai giornalisti – quando veniamo da un circuito come Baku”. Dove le polemiche s’erano sprecate. E Vettel: “Io sui cordoli non ci sono salito, non so dirvi quanto sono duri”. Tradotto: se li conosci, li eviti.
Sabato mattina però le sospensioni le hanno spaccate anche le macchine che i panettoni gialli non li hanno mai presi. Rosberg, Perez, Kvyat. A quel punto un po’ di timore è venuto a tutti. Tant’è che la Mercedes per andare sul sicuro ha irrobustito i braccetti nella pausa tra le libere e le qualifiche.
L’ipotesi all’inizio era che dietro le rotture ci fosse la responsabilità di quel canale appena dietro il margine del cordolo. Più precisamente: a Spielberg da quest’anno i cordoli sono negativi, leggermente sottoposti rispetto alla via di fuga d’asfalto. È una richiesta della MotoGP che il 14 agosto torna in Austria dopo 19 anni.
“All’inizio – spiegava Wolff – sembrava che ci fossero dei picchi di carico sui cordoli, ma poi guardando bene i dati s’è visto che il carico non era così alto“. Di qui la teoria che anche lo scalino fosse incolpevole: “È qualcosa che riguarda la frequenza, la gomma oscilla e questo determina il cedimento della sospensione”. Praticamente il passaggio sui tasselli del cordolo scuote il pneumatico che di riflesso martella la sospensione.
Alex Wurz quale rappresentante del sindacato dei piloti sabato sera ha chiesto un sopralluogo di Charlie Whiting alla presenza di Paddy Lowe. Ma la Fia ha respinto la mozione di modifica. Anche perché quei cordoli comunque sono gli stessi che la Formula 1 trova altrove. Con la differenza che a Spielberg le macchine li cavalcano più a lungo e di conseguenza ricevono più sollecitazioni.
La cosa più intelligente alla fine l’ha detta Ricciardo: “Ci sono certi piloti che si lamentano del fatto che se vai fuori pista non paghi nessun prezzo. Questo weekend il prezzo s’è pagato. Certo, il danno è abbastanza severo, ma è come quando prendi il muro su una pista cittadina. Io ho distrutto il posteriore a Baku. Secondo me questi cordoli sono un compromesso ragionevole per tenerci dentro i limiti della pista”.