Spielberg, la nuova regola sulla pressione delle gomme. Ecco cosa cambia e perché
venerdì 1 luglio 2016 · Regolamenti
tempo di lettura: 2 minuti
La novità l’ha portata una nota tecnica di Charlie Whiting prima del via delle libere: la pressione delle gomme adesso va verificata prima di montare i pneumatici. E il controllo si estende a tutte le sessioni, quindi prove, qualifiche e gara.
È un protocollo nuovo, rappresenta quella soluzione banale per accertare la pressione minima delle gomme prima che intervenga un sistema ausiliario sulla macchina a falsare la lettura.
A Baku erano venute fuori delle immagini a conferma di un sospetto abbastanza diffuso: l’impiego da parte della Mercedes di un circuito di riscaldamento che permettesse di portare la pressione al livello imposto da Pirelli, per poi ridurla in pista a beneficio della prestazione.
Resta scettico Rob Smedley sull’impatto della nuova procedura: “Non credo che ci saranno molte differenze”. Se non altro comunque la Fia interviene un’altra volta nella direzione del risparmio perché prima o poi quel sistema l’avrebbero adottato tutti. Diceva la Force India: “Si tratta di un dispositivo interessante, ma costa un occhio“.
L’altro effetto benefico può essere tecnico: “Se il risultato di questa nuova procedura – dice la Sauber – produrrà l’abbassamento del vincolo sulla pressione iniziale, allora ne siamo tutti felici”. Il tetto oggi è alto per cautela, dal momento che teoricamente qualcuno troppo furbo una volta aggirati i controlli può scendere ampiamente sotto i valori minimi a rischio della tenuta della gomma. Button alla vigilia ribadiva: “Corriamo con pressioni incredibilmente alte”.
La battaglia comunque non è chiusa. Perché non esiste un modo inequivocabile per inquadrare un dispositivo illegale che agisca sulla pressione delle gomme senza sfruttare quei componenti che fanno già parte della macchina. Tipo i condotti dei freni. E non è escluso che qualcuno possa ancora usarli per raffreddare la spalla della gomma dopo aver passato i controlli a terra. Perciò la soluzione vincente resta la verifica in esercizio. Ma per quella ci vogliono sempre dei sensori troppo accurati di cui la Fia ancora non dispone.