Baku, quelle regolazioni sul volante che Hamilton non riusciva a trovare
lunedì 20 giugno 2016 · Gran Premi
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Nel contesto di una corsa piatta che scivola liscia senza acuti dal via al traguardo, fa notizia soprattutto il colloquio tra Hamilton e il muretto. E segna uno spartiacque perché mai prima del Gran Premio d’Europa la nuova regolamentazione sulla limitazione delle conversazioni radio aveva sortito un effetto tanto controverso e profondo.
Succede nel secondo stint, mentre Hamilton sta cercando di ricucire lo strappo per andare a prendere Perez e Raikkonen: “Era come se non avessi più il recupero di energia”.
Pete Bonnington via radio gli spiega che “il problema dipende dalla modalità” che è impostata sul volante. Precisa che per tutto il resto Lewis sta guidando a dovere. In pratica uno dei manettini di regolazione dell’erogazione della potenza, oppure proprio uno di quelli che controlla le funzioni dell’ers, non sta nella posizione corretta.
Hamilton però non sa dove mettere le mani. Testualmente: “Non capisco di che cosa parlate”. E ancora: “È ridicolo, devo guardare il volante ogni cinque secondi per capire”. Poi lo sfogo, una specie di minaccia: “Rischio di non finire la gara. Mi metto a fare delle prove, cambio tutto”.
Fino all’anno scorso il muretto poteva suggerire le regolazioni, da quest’anno invece il divieto è serrato, bisogna parlare molto meno. E ognuno ha trovato un sistema per cavarsi d’impaccio: Rosberg e Vettel per esempio usano un paio di etichette sul display con le procedure fondamentali.
Hamilton alla fine ne viene a capo: “Ma ho buttato un sacco di tempo a guardare volante e manettini. Ci sono una ventina di posizioni possibili di regolazione, non posso sapere qual è la posizione corretta”. Ma lui alla vigilia con arroganza sminuiva il valore di allenamenti e simulazioni.
Un’incongruenza di regolazioni comunque l’ha patita anche Rosberg. Che però se l’è cavata meglio: “Ma Nico – la precisazione di Toto Wolff – s’è trovato in una circostanza un po’ più fortunata perché aveva fatto una modifica e semplicemente ha dovuto ripristinare il vecchio settaggio”.
Indicazioni le ha chieste pure Raikkonen. E pure a lui giustamente il muretto le ha negate. A Melbourne invece era spuntato un tabellone all’indirizzo di Vettel per correggere delle impostazioni dopo che la centralina aveva evidenziato dei bug per via della bandiera rossa per l’incidente di Alonso. La Fia all’epoca riconoscendo le circostanze straordinarie non prese provvedimenti, ma a rigore quello che non si può dire per radio non si può dire nemmeno attraverso i tabelloni.
Jacques Villeneuve a Baku su Sky sosteneva che la regola sulle radio “è un po’ stupida, perché ci ha tolto spettacolo”. Lui che da sempre disapprova le corse di oggi perché i piloti guidano con troppi aiuti. Coerenza, cazzo.