Baku, Rosberg in pole, Hamilton sbatte. E l’aiutino di Pirelli non salva la Ferrari
sabato 18 giugno 2016 · Gran Premi
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Stavolta le gambe se le taglia da solo, stringe la curva cieca dopo la torre, lima il muretto e spacca la sospensione destra: “Solo colpa mia, che giornata terribile. Non si può uscire in quel punto”. Hamilton parcheggia, Rosberg in extremis taglia il traguardo, scala la classifica e acciuffa la pole un attimo prima che la Fia dia bandiera rossa.
È una qualifica convulsa la prima in Azerbaigian. Con la classifica da riscrivere peraltro, perché Perez per effetto della sostituzione del cambio dopo l’incidente delle libere perde una prestazione stellare e lascia la prima fila a Ricciardo.
La Ferrari invece salva il terzo posto con Vettel, ha lo stesso crono della Red Bull ma lo fissa dopo, quindi ai sensi del regolamento è dietro. Insomma il cavallino pure a Baku prende paga: un secondo e due decimi da Mercedes, quattro da Force India.
Sono problematiche le giornate della Ferrari in Azerbaigian, tra intoppi di elettronica e guasti meccanici. Ma Raikkonen già venerdì per spiegare la prestazione tirava in ballo le gomme: “Sono il nostro problema principale, soprattutto sul giro secco”.
È un nodo che in misura diversa hanno segnalato anche gli altri: le squadre per filare sui rettilinei non caricano le ali, di contro non scaldano le gomme. Anche perché Pirelli per eccesso di cautela ha portato mescole troppe dure lasciando a casa le ultrasoft. Di qui la concessione di abbassare di 1 psi la pressione minima delle posteriori, scendere da 22 a 21 per andare incontro a chi non riesce a stare nella finestra di esercizio.
Non avrebbe sovvertito l’ordine, chiuso il gap piuttosto. Perciò Vettel alla fine resta perplesso: “Facciamo troppa fatica. Noi come la Red Bull”.