Il valore di una birra
venerdì 10 giugno 2016 · Politica
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Si tinge di verde il primo settore del circuito di Montreal, è la prima traccia tangibile di una novità politica che può stravolgere il futuro della Formula 1: dal Gran Premio del Canada e fino al 2020, con opzioni per spingersi al 2023, il verde di Heineken diventa il colore sociale della massima categoria, per un accordo commerciale che progressivamente è destinato a scavalcare i confini della cartellonistica in pista.
Per 220 milioni di euro il gigante olandese della birra, terzo produttore al mondo, oltre agli spazi sui circuiti – Abu Dhabi a parte – compra soprattutto l’accesso ai diritti commerciali della Formula 1. E quindi può sfruttarli per una serie di iniziative promozionali, dagli eventi in città nelle sedi di gara, alla pubblicazione di contenuti multimediali sul web.
Heineken in sostanza colma una lacuna inaccettabile, può essere l’anello tra la Formula 1 e tutti i canali promozionali su cui lo sport finora non ha saputo investire. Social network su tutti. Per dire, su Facebook la pagina ufficiale del mondiale è arrivata solamente quest’anno, tardissimo rispetto all’età della rete di Zuckerberg. Oltre al fatto che Ecclestone ha sempre minacciato blog e forum.
Perciò i boss di Heineken alla presentazione della partnership con le società di Ecclestone dicevano: “Si tratta di far capire all’osservatore occasionale che la Formula 1 non finisce con una gara e c’è un campionato dietro”.
Heineken ha fatto in modo che la coppa Uefa di cui è partner da 20 anni diventasse l’evento più seguito in Africa, ha veicolato i film di James Bond attraverso milioni di bottiglie in tutto il mondo.
Ci guadagnano tutti, può guadagnarci anche Monza: da settembre la birra del Jammin’ Festival sponsorizza il Gran Premio d’Italia. Secondo Ecclestone può dare una spinta verso il rinnovo del contratto che continua a slittare, può mettere i soldi che l’organizzazione non trova o non vuole trovare.