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Quel tombino volante nelle prove a Montecarlo, il pericolo dietro l’angolo

giovedì 26 maggio 2016 · Gran Premi
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Montoya nel 2005 a Shanghai aveva rotto la sospensione su una griglia di drenaggio divelta. E già Barrichello a Montecarlo nel 2010 aveva preso un tombino. Quel tombino. Dove la saldatura evidentemente non aveva retto alle sollecitazioni delle macchine di Formula 1.

È successo un’altra volta, quando Rosberg è arrivato troppo vicino alle barriere il tombino in uscita dalla curva di Santa Devota è saltato, gli ha forato la posteriore sinistra e soprattutto ha sfasciato ala e fondo della McLaren di Button che arrivava dietro.

È un episodio pericoloso, una falla gravissima su cui la Fia ha promesso approfondimenti. Giustamente dice Button: “Abbiamo già troppi pericoli, i tombini che volano sono qualcosa di estremamente pericoloso per le macchine a cockpit aperto”.

Perciò pure Alonso riporta il discorso sulle protezioni degli abitacoli. Ma è evidente che contro un tombino volante non dà protezione l’halo e nemmeno l’aeroscreen. Piuttosto: “Si tratta di minimizzare i rischi che avremo sempre”.

Tutto questo, nel weekend in cui il tema della sicurezza torna prepotentemente alla ribalta. Perché si corre sulla pista più anacronistica mentre la famiglia di Bianchi deposita ufficialmente la denuncia contro Fia e Marussia – oggi Manor – per avere giustizia a fronte di quel fumoso dossier che scaricava tutta la responsabilità dell’incidente addosso a Jules.

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