Red Bull come un caccia: Ricciardo prova l’aeroscreen nelle prove libere a Sochi
venerdì 29 aprile 2016 · Dal paddock
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Protezione degli abitacoli, capitolo secondo. A Barcellona la Ferrari aveva provato l’halo con Raikkonen, una struttura prototipale in fibra di carbonio; oggi la Red Bull nelle libere di Sochi risponde con l’aeroscreen che avvicina ulteriormente le macchine di Formula 1 all’aspetto dei caccia.
Non è la calotta integrale su cui la Fia aveva fatto sperimentazione nel 2011, il cupolino della Red Bull non chiude integralmente l’abitacolo, è più che altro una specie di parabrezza in materiale avanzato, sul modello che s’era visto nel 1985 a Silverstone sulla McLaren.
I test dimostrano che la resistenza per rispondere all’impatto con un pneumatico c’è. In più, rispetto all’halo, l’aeroscreen non ha il pilone centrale. Che comunque a sentire Raikkonen non era d’intralcio alla visuale. Resta da approfondire la questione dei riflessi e della visibilità in caso di pioggia. Come pure nell’eventualità in cui sullo schermo capiti una macchia d’olio.
Il test nel frattempo l’ha fatto Ricciardo, un solo giro d’installazione per avere un’idea della visibilità e soprattutto farsi scattare un po’ di foto, così da verificare la reazione dei fan che sull’halo della Ferrari s’erano spaccati. Dice Ricciardo:
I think you’ve got to be open to a bit of change. Obviously it’s different, but in 2009 the cars changed visually quite a lot – and I thought they were ugly as hell – but you got used to them and they refined them. Now they look sort of normal again. If it’s the same for everyone you’ll adapt to it as a fan at least.
La Fia vuole una risposta a breve. Nel faldone delle regole del 2017, quelle che il Consiglio Mondiale ancora deve varare, Todt in risposta al sindacato dei piloti vuole infilare i dispositivi di protezione degli abitacoli. In un modo o nell’altro.