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Quella truffa del doppio fondo nel serbatoio della Bar a Imola nel 2005

domenica 24 aprile 2016 · Amarcord
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Si corre a Imola il 24 aprile del 2005 il Gran Premio di San Marino in cui Alonso resiste alla rimonta prodigiosa di Schumacher e conquista la terza vittoria su quattro corse. E si gioca quel giorno dietro le quinte il braccio di ferro tra la Federazione e la Bar quando alle verifiche tecniche sulla macchina di Button viene fuori la stanza segreta del serbatoio, appena sotto il sedile.

I compartimenti non sono illegali, purché siano accessibili e si possano svuotare senza l’ausilio di una pompa supplementare in sede di controllo, quando la Fia verifica il peso minimo al netto di liquidi, oli e benzina.

Il dolo della Bar sta nel fatto che il disegno del serbatoio non corrisponde al progetto che è depositato a Parigi e la benzina della camera supplementare non viene evacuata “quando si alza il muso della monoposto”, fa sapere una fonte della Fia.

Spiega Max Mosley: “Fu chiesto al team di svuotare il serbatoio, loro lo fanno, dicono che non c’è altra benzina. Invece si scopre che ce ne sono ancora 15 litri”. Litri che ovviamente fanno da zavorra per rientrare nel peso all’ultimo rifornimento.

Ufficiosamente la squadra sostiene che quei litri compensano il consumo anomalo dell’olio di lubrificazione. I numeri comunque non tornano, il motore meno efficiente al massimo ne brucia 3, è difficile che s’arrivi a cinque volte tanto.

Ad ogni modo, al processo d’appello la direzione tecnica, Willis in testa, prova a dimostrare che malgrado il doppio fondo la macchina di Button non ha mai viaggiato sottopeso. La linea non passa, la squadra perde il terzo posto di Imola e i risultati pregressi.

Però in aula viene fuori che l’ispezione del serbatoio c’è stata già in Malesia, l’ha fatta direttamente Jo Bauer che non ha ravvisato anomalie. Probabilmente perché s’è servito di una torcia elettrica anziché dell’endoscopio. Una leggerezza che diventa anche più grave alla luce di quello che svela Max Mosley più avanti, e cioè che la soffiata sul dispositivo della Bar risale all’inverno, “è arrivata da qualcuno che non lavora in Formula 1, ma occupa posizioni di vertice nelle corse americane”.

All’epoca la Bar si fa costruire i serbatoi da una ditta inglese. Nel paddock corre voce che quel progetto non sia troppo diverso da quelli di altre due squadre.

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