A Melbourne le nuove regole sui team radio. E sale il sospetto dei messaggi cifrati
martedì 15 marzo 2016 · Regolamenti
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Entra in vigore a Melbourne il nuovo codice di regolamentazione delle conversazioni radio. Non è una novità in senso stretto perché la Federazione ha cominciato a strozzarle due anni fa, solo che poi s’è accorta che diverse squadre non erano pronte a comunicare certi dati attraverso il display del volante, per cui il bando nella sua forma più restrittiva è slittato.
Da domenica si fa sul serio, si può parlare molto meno, una serie di indicazioni sulle prestazioni sono assolutamente vietate. Idealmente, un passo indietro nel tempo: “L’impatto può essere significativo, ci sono troppe cose da ricordare“, anticipa Hamilton. “E ci saranno più errori”, pensa Toto Wolff.
Sempre che qualcuno non s’inventi dei messaggi cifrati. Non necessariamente “I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno mi feriscono il cuore d’un monotono languore”, piuttosto qualcosa di più discreto, un’indicazione innocua e perfettamente legittima che invece può significare altro nel linguaggio codificato della squadra. “Spingi di più” o “spingi adesso” per suggerire una mappatura, una regolazione sul cambio o una ripartizione di frenata. Quello che la Fia non vuole.
Il dubbio in effetti è già venuto. Singapore, anno 2014, il divieto delle radio è appena entrato in vigore, in versione meno invasiva comunque. Fatto sta che la Red Bull chiede due volte a Ricciardo di “evitare i cordoli in uscita”, la McLaren sospetta si tratti di una violazione, “qualcosa di cifrato” e quindi illegittimo, dice Eric Boullier.
La verità non s’è mai saputa, Red Bull ha sempre sostenuto che il salto sui cordoli rischiava di “danneggiare la batteria”. La Fia ha orecchie per sentire. Cervello per capire chissà.