Questi tedeschi che gufano la Ferrari
mercoledì 2 marzo 2016 · Test
tempo di lettura: 2 minuti
L’impressione è che il potenziale nessuno l’abbia ancora espresso a fondo. Soprattutto la Mercedes che in sei giorni di test – quattro nella prima sessione, due per il momento nella seconda – non ha mai messo le ultrasoft e comunque s’è difesa benissimo.
La Ferrari ad ogni modo si concentra sul suo programma, i tempi degli altri cerca di non guardarli. Del resto, “i test sono una specie di partita a scacchi, ognuno – dice Maurizio Arrivabene – fa le sue mosse e nessuno si scopre“. Ma ammette: “La Mercedes resta la prima della classe. Sono quelli da battere, noi siamo qui per dargli fastidio”.
E alla maniera di Matteo Renzi aggiunge: “Non c’è nessun allarme rosso. Il motore della Ferrari è a posto, alla faccia dei gufi“.
Gufi tedeschi, Auto Motor und Sport per la precisione, perché martedì Michael Schmidt su internet ha scritto che ai test di Barcellona le rosse “stanno troppo a lungo nel garage” per colpa di “forti vibrazioni” al motore che obbligano i piloti “a girare a potenza ridotta”. Inoltre: “Si dice che la Ferrari nella prima settimana ha usato già tre motori”. Si dice. Fonti ignote. Chiaramente.
Il fermento piuttosto viene da un’altra questione, quella delle nuove qualifiche. Charlie Whiting in una pausa delle prove ha sentito per la prima volta i piloti, una riunione improvvisata nel motorhome della Fia perché l’ultima voce dà per probabile un compromesso fra il nuovo formato e quello vecchio. Ovvero, Q1 e Q2 con eliminazione progressiva, Q3 com’è sempre stato. Rosberg giustamente diceva: “Non stiamo dando al mondo una bella immagine con tutti questi ripensamenti”.
Arrivabene, Barcellona, Ferrari, Mercedes, Rosberg, Whiting,