Presentazioni troppo sobrie e misurate. Quell’utopia del lancio congiunto

martedì 23 febbraio 2016 · Media
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Costano pochissimo, praticamente niente, ultra sobrie e misurate, sfruttano l’apparato dei social network per creare attesa e risonanza intorno ad eventi che hanno poco impatto e poca sostanza. Il tempo di scenari audaci e madrine d’eccezione è finito da un po’, le presentazioni oggi si fanno online o in pit lane. Quattro foto (se va bene, perché la Williams ne ha messe due), un comunicato e via.

La questione la solleva anche Jacopo Rubino sul suo blog di motor sport e comunicazione, “presentazioni mai così in sordina, bisogna fare di più”. Un lancio congiunto per esempio, aperto a sponsor, appassionati e gente di passaggio, una passerella tipo quella a cui stava pensando la Fota – defunta – per l’ultimo weekend di gennaio del 2010.

All’epoca le basi c’erano eccome, il circuito di Ricardo Tormo s’era pure impegnato “in prima linea – svelò Nick Fry – per investimenti, comunicazione e marketing”.

Tutta la cerimonia in due milioni di euro, divisi in proporzione tra team, autodromo e amministrazione locale. Comunque pochi spicci per ciascuno. Soprattutto, ne sarebbe venuta fuori quell’immagine di unità e armonia d’intenti che invece non c’è mai stata.

Non se ne fece nulla perché secondo i piccoli team le loro date non erano compatibili con quelle dei big. Protestò soprattutto USF1 che poi alla fine non s’è mai vista, il bidone più clamoroso della storia.

L’altro rischio era che i costruttori togliessero visibilità a quelli con meno appeal. Ma lunedì a Barcellona comunque nessuno si filava Haas e Manor perché l’attenzione era giustamente sulla Mercedes.

Autodromo di Valencia, Manor, Mercedes, N. Fry, USF1, Williams,