La guerra (e la polemica) per la conquista del Nurburgring. Senza la Formula 1

domenica 20 dicembre 2015 · Politica
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Problemi mille, prospettive nessuna. Non c’è il Nurburgring nel calendario dell’anno prossimo, Ecclestone non vede possibilità nemmeno per il 2017. Il discorso è complesso: in teoria la Germania ha due sedi, entrambe attive, entrambe fino al 2006 avevano ogni anno la Formula 1, poi è partita la staffetta che è saltata quando è esplosa la crisi.

Da contratto il Gran Premio negli anni dispari spetta al Nurburgring, negli anni pari a Hockenheim che su questo schema ha impostato la pianificazione finanziaria e perciò non s’è fatta carico di subentrare per recuperare la gara quando il Nurburgring a gennaio s’è tirato indietro.

Hockenheim sulla tappa del 2016 tiene fede agli impegni: si corre l’ultimo weekend di luglio, i biglietti sono già in vendita. Ma tra un anno la Germania rischia di trovarsi un’altra volta senza il Gran Premio.

Lo dice Ecclestone nell’intervista su Motorsport-Magazin: “Non credo ci sarà un gara nel 2017, anzi posso dirvi che certamente non ci sarà, il che è un peccato perché il Nurburgring era in vendita e io ero d’accordo a comprarlo. Mi hanno detto che c’era un’offerta migliore, forse due o tre milioni più alta”.

Pare che Bernie avesse messo sul piatto 50 milioni di dollari, una cordata di Miami era disposta a spenderne 70 secondo le stime della stampa tedesca: “Gli dissi che la mia offerta era quella. Se c’era qualcuno che pagava di più potevano vendere a lui. L’hanno fatto, ora quella persona ha rivenduto”.

Il compratore all’inizio del 2014 era stato Robertino Wild di Capricorn, ha versato la prima rata e poi è finito sotto inchiesta per reati di natura finanziaria. Oggi il Nurburgring è nelle mani di Viktor Kharitonin, russo, 43 anni, s’è fatto una fortuna nel campo farmaceutico, ha pagato lui le altre due rate e s’è conquistato il controllo dell’autodromo.

Non piace a Bernie, ma non piace nemmeno a Save the Ring, la fondazione degli appassionati che difendono la storia del Nurburgring: “Si è verificata la situazione peggiore. I politici ci avevano detto che la pista non sarebbe finita alla Russia. Non fidatevi dei politici”.

In effetti la linea gestionale non è definita e il destino del ‘Ring resta incerto. Aggiunge Ecclestone: “Hanno perso qualcuno che avrebbe garantito corse per cento anni e che avrebbe migliorato le strutture”. Lui, insomma. Che nel 2012 aveva comprato la pista di Istanbul e comunque non è riuscito a riportarci la Formula 1.

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