Red Bull resta coi motori Renault… ma chiamateli Tag Heuer
venerdì 4 dicembre 2015 · Mercato
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Fa ridere e suona falsissima, l’uscita di Horner che commenta la conferma dei motori Renault alla Red Bull per l’anno venturo: “Li ringraziamo per il contributo che ci danno dal 2007”. Macché, lui li voleva rottamare. E invece l’etichetta e la diplomazia impongono l’incensamento: “Ma la loro partnership con Ilmor ci dà fiducia”.
Sarà, ma il 2016 è un anno da separati in casa perché Red Bull per tutto l’anno ha cercato un’alternativa per rompere coi francesi. Con Mercedes nada, con Ferrari altrettanto. Era rimasta l’opzione dell’Honda e pure in quel caso il patto non s’è chiuso perché Dennis ha messo il veto per tenersi l’esclusiva della fornitura alla McLaren.
Alla fine, quella che passa per Viry era l’unica strada. E non è un rinnovo perché il contratto non è mai scaduto. Ghosn lo diceva a settembre: i vecchi accordi erano disposti a onorarli, “ma non si conti su di noi come fornitori per il futuro”. Perché nel frattempo Renault ha deciso di ricomprarsi la Lotus e di farsi, rifarsi, una squadra tutta sua. Bene.
Di qui la necessità che il marchio delle Regie comparisse solamente nel team ufficiale. Ecco perché il motore della Red Bull l’anno prossimo si chiama come un orologio svizzero. Tag Heuer. Che a livello promozionale deve contrastare la proliferazione di Rolex.
In tutto questo sparisce l’insegna della Renault anche dalla Toro Rosso, in questo caso per davvero, perché Faenza passa alla corte di Maranello, si aggiudica il motore del 2015 grazie all’abolizione della norma che obbligava ogni motorista a correre con le unità conformi a quelle omologate per la stagione in corso.
Il motore del cavallino sulla Toro Rosso c’è stato già. Con Vettel che nel 2008 vinceva a Monza. E negli annali della Formula 1 quella resta l’unica vittoria della Ferrari con una squadra cliente.